Xavier Jacobelli, giornalista e direttore di Tuttosport, è intervenuto ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione in onda 1 Station Radio.
Gattuso? Le critiche mosse a Rino non stavano né in cielo né in terra. Quando mancano giocatori determinanti per tanti mesi è normale un calo. Non a caso, quando Mertens, Osimhen, Koulibaly ed altri sono tornati a disposizione del mister, i risultati sono arrivati. De Laurentiis è stato un po’ frettoloso a metterlo in discussione. Non dimentichiamoci che nonostante le difficoltà della scorsa stagione è riuscito a vincere una Coppa Italia e sarà sicuramente protagonista fino alla fine per un piazzamento in zona Champions, quest’anno. Io mi auguro che, alla fine, Gattuso possa rimanere al Napoli per dare continuità al progetto azzurro. Ma i conti si faranno a fine campionato, quando si saprà se avrà centrato l’obiettivo.
Osimhen? È un ragazzo di 22 anni destinato a diventare tra i più grandi attaccanti nei prossimi 10 anni, quindi va aspettato. SuperLega? Le 12 società che l’hanno creata volevano solo sanare i loro bilanci oberati da debiti dovuti a spese folli. Questo progetto è franato anche perché non si aspettavano una reazione così negativa da parte dei tifosi. Singo? È uno dei calciatori più interessanti del Toro, la società non deve privarsene se non vuole indebolirsi ulteriormente.
Cristiano Ronaldo? Non segna dal 7 aprile, ma a prescindere dai gol, è in netto calo. Chiaro che se non riceve palloni dal centrocampo, ne risente. Ho ascoltato le dichiarazioni di Pirlo, e con la sua massima onestà intellettuale, si è dichiarato deluso. Ormai, per salvare questa stagione, deve assolutamente centrare il piazzamento in Champions. Era preventivabile che, alla prima stagione, Andrea potesse pagare dazio, soprattutto gestendo una squadra che ha vinto lo Scudetto per 9 anni di fila.
Tweet del Napoli? Credo ci sia stato un fraintendimento da parte della società azzurra: sono analisi di routine che vengono fatte sempre quando ci sono tante gare a breve distanza l’una dall’altra. Purtroppo, nella comunicazione moderna, si tende a leggere solo i titoli e non gli articoli”.
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