Juve-Napoli, ma stavolta presa un po’ alla larga. Colpo – o merito, chissà – della Nazionale che ruba la vetrina al campionato. E allora, undici giorni al match clou di questo inizio di stagione. Una vigilia lunga. Forse troppo lunga. Che ne pensa Dino Zoff, portierone anche a Napoli e a Torino, campione e monumento del pallone?
Tutto questo tempo, signor Zoff, non rischia di caricare la partita di troppi significati e, perché no, anche d’alzare l’asticella di una rivalità già rovente e antica?
«No, non credo proprio. Certo di questo match s’è cominciato a parlare con un anticipo abbondante, ma, come sempre accade, solo negli ultimi giorni, solo con l’avvicinarsi della gara salirà il termometro del tifo e dell’attesa. E, comunque, siamo ancora nel primo segmento di stagione. Troppo presto, cioè, per pensare ad una partita già determinante per l’una o l’altra squadra».
E allora qual è, quale sarà, quale potrebbe essere il motivo dominante della gara di Torino?
«Classifica a parte, per la Juve probabilmente la voglia di allungare questa fantastica striscia positiva che dura da quarantasei partite. Uno score che fa della Juve l’immagine dell’imbattibilità, della forza, dello strapotere in campo».
E per il Napoli, invece?
«Al di là d’un primo posto solitario, fossi un giocatore del Napoli di oggi avrei proprio lo sfizio d’interrompere questo strapotere bianconero. Il Napoli ha le carte in regola per farlo. Il suo avvio di stagione, infatti, è altrettanto straordinario».
Juve a Napoli alla pari, dunque? Eppure molti dicono d’una Juve un passo più avanti degli azzurri.
«Beh, che la Juve sia prima nei pronostici-scudetto, mi sembra anche normale. E’ il campione in carica e il titolo di favorito gli spetta di diritto. In quanto alla prossima gara, invece, il passo avanti glielo dà il fattore campo. Ma questo, ovviamente, conta sino a un certo punto. La Juve, infatti, sa bene che il Napoli può crearle dei problemi».
Quando dice “problemi”, signor Zoff, pensa all’attacco azzurro?
«Cavani, Pandev e Hamsik sono campioni veri, ma la forza del Napoli è prima di tutto l’organizzazione. Quella garantisce il gioco e, quindi, esalta pure gli attaccanti».
E poi c’è Insigne. Le piace il giovanotto?
«Ne penso un gran bene. E’ rapido, ha fantasia, è bravo nel saltare l’uomo e questa è una gran bella qualità. Credo che Mazzarri stia gestendo bene la sua crescita e la sua presenza in campo. Insigne, già bravo oggi, rappresenta il futuro azzurro».
Juve. E’ giusto dire che è Pirlo-dipendente?
«No, non è giusto. Sia chiaro, Pirlo è un uomo assai importante per la squadra, spesso è l’uomo in più di Conte, ma raccontare la Juve in questo modo mi sembra riduttivo e ingeneroso nei confronti del resto della squadra che sa esprimere gioco, forza e carattere a prescindere da questo o da quel giocatore».
Scudetto. Vede il Napoli pronto per il grande sogno?
Dopo solo sette giornate si può dire che il discorso-campionato sia una storia tra due squadre e basta?
«Assolutamente no. Juve e Napoli vanno forte e in questo momento sono meritatamente prime, ma al diciannove maggio del 2013 mancano trentuno partite e 93 punti. E poi non mi sembra che alle loro spalle non ci sia nessuno. No, il discorso-scudetto si allargherà anche ad altre squadre. E basta dare uno sguardo alla classifica di oggi per individuarle».
Amichevoli e qualificazioni mondiali. La Juve ha 17 giocatori in giro per il mondo, il Napoli 15 e alcuni torneranno a disposizione di Conte e di Mazzarri solo due giorni prima della gara di Torino: non è un calendario un po’ balordo quello che fissa partite prevedibilmente importanti giusto a ridosso delle soste per le Nazionali?
«Questa è storia vecchia. Certo, qualcosa si può fare per evitare che accada tutto questo, ma ormai il calcio non ha più spazio per niente e per nessuno. Non è mai stato semplice sposare felicemente i calendari dei campionati con quelli delle Nazionali e oggi è anche più complicato. Poi, la presenza di tanti campioni stranieri rende ancora più pressante e più visibile il problema. Comunque?»
Comunque?
«Sa com’è, anch’io ho qualche trascorso in Nazionale e ricordo d’aver avuto solo raramente dei problemi di stanchezza. Il problema, dunque, si pone soltanto per quei calciatori che rientrano da trasferte intercontinentali. Quelli, sì, potrebbero accusare la fatica. Ma, questi calciatori, anche se importanti, sono una minoranza».
Alla ripresa a Torino, di fronte anche Buffon e De Sanctis: il titolare e il vice della Nazionale e tutti e due non più ragazzini. Ma l’antica e premiata scuola italiana di portieri sta uscendo dalla crisi oppure no?
«Per fortuna sì. La crisi che ha favorito l’arrivo in Italia di tanti portieri stranieri ora è più lontana. Alle spalle di Buffon e di De Sanctis c’è finalmente una nuova generazione italiana di bravi portieri. E altri ancora più giovani stanno maturando. Cosicché per il futuro possiamo essere ottimisti: la scuola italiana è salva».
Sabato 20 ottobre ore 18. Juve-Napoli: Dino Zoff da che parte sarà?
«Andrò in conflitto di sentimenti anche stavolta. Sia di Napoli che di Torino, infatti, ho fantastici ricordi».
E allora?
«E allora: che vinca il migliore e basta».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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