La qualificazione del Napoli passa per forza da un successo contro la Dinamo Kiev. I partenopei godono dei favori del pronostico ma gli ucraini devono vincere a tutti i costi per restare a galla. Ai microfoni di Tuttomercatoweb l’ex preparatore atletico della Dinamo, Vincenzo Pincolini, ci parla della squadra di Serhij Rebrov: “Il Napoli dovrà temere la Dinamo per la fisicità e la dinamicità dei suoi giocatori. Penso a Yarmolenko, su tutti, ma anche giocatori come Garmash. Oltretutto la squadra non sta andando benissimo in campionato, per cui dovranno puntare tutto sulla coppa o comunque cercheranno di fare bella figura, considerando che non avranno tante chances di portare a casa il risultato. Una squadra da prendere con le molle con giocatori di grande qualità”.
La stella, Yarmolenko, è rimasto nonostante non manchino ogni anno le squadre interessate
“La Dinamo per lui ha rifiutato 25 milioni, ma a parte questo la situazione dei giocatori ucraini di un certo livello è un po’ come quella dei messicani, che rimangono in Messico. Vengono pagati molto dai rispettivi club, così tanto che difficilmente altrove guadagnerebbero le stesse cifre. In più dovrebbero adattarsi a un nuovo paese e imparare una nuova lingua. E poi lo spirito della Dinamo è molto forte, c’è un senso di appartenenza fortissimo. Perché la Dinamo è la squadra degli ucraini, difendere i colori di questa squadra è una missione”.
Chi può lasciare è Vida, appetito in Serie A. Lo consiglierebbe alle nostre squadre?
“Sicuramente. Vida è un difensore che spinge molto e fra l’altro segna anche dei gol importanti. Giocatore interessante e pronto per fare il salto nel nostro campionato. Inoltre è molto aperto come spirito, potrebbe fare comodo alle squadre italiane”.
Ai tempi di Lobanovski la squadra rappresentava l’eccellenza anche a livello europeo, soprattutto per la preparazione fisica. Lei che situazione ha trovato a Kiev?
“La Dinamo e Lobanovski sono stati il riferimento dell’Unione Sovietica. Il tecnico aveva fatto della preparazione fisica il suo cavallo di battaglia e la sua figura è ancora oggi influente, diciamo anche ingombrante. Quando sono arrivato io ho trovato un gruppo con una grande cultura del lavoro ma che aveva bisogno che questo lavoro fosse razionalizzato. Si lavorava molto sulla quantità e poco sulla specificità calcistica. Posso dire che in Ucraina c’è terreno fertile per fare calcio di qualità, ci vorrebbero però più allenatori moderni. Adesso è arrivato Tassotti come assistente di Shevchenko nella nazionale ucraina e una persona come lui farà sicuramente bene a questo movimento. Si lavora sodo e questo è un punto di partenza, serve lavorare sulla tattica”.
La situazione politica del paese sta impoverendo anche il calcio. Difficile vedere le squadre ucraine tornare competitive in tempi brevi
“Il calcio ovviamente risente della situazione. Basti vedere che il Metalist non esiste più e che il Dnipro è ultimo e con problemi societari. Ciò rende il campionato meno competitivo e meno appetibile per gli stranieri”.
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