Il rapporto con il Trentino risale dall’epoca di Maradona, quando il Napoli andava a prepararsi in estate a Madonna di Campiglio, poi a Pinzolo, infine a Lodrone. E fu sulle Dolomiti che nacquero i primi trionfi del club azzurro: i due scudetti, la coppa Uefa, la Supercoppa Italia e la Coppa Italia. In Trentino, il Napoli è tornato anche durante l’era De Laurentiis. Ed è coinciso con il ritorno nella massima serie. Proprio dall’Ente Autonomo della Provincia di Trento arrivò l’offerta più consistente ed il Napoli lasciò l’Austria per far ritorno su quelle montagne ritenute un po’ portafortuna.
Folgaria, la prima località che si offrì per ospitare gli azzurri. Ma l’impianto sportivo risultò troppo angusto per ospitare la squadra e le centinaia di tifosi richiamati al seguito. Non era possibile lavorare con la serenità giusta e nell’ambiente ideale: la palestra, allestita alla meglio davanti agli spogliatoi, una tribunetta ricavata sulla collina, una sola strada di accesso. Il Napoli si lamentò e l’estate successiva venne proposto a dirigenti e tecnici una località a molti sconosciuta ma dotata di un impianto sportivo tra i più accoglienti della zona, con ampi spazi intorno, parcheggi, un manto erboso da fare invidia: Dimaro, milleduecento abitanti, la chiesa, una piazzetta, il fiume Noce che l’attraversa per vie centrali, un centro attrezzato per fare rafting e un albergo che nel passato aveva ospitato squadre di B o C, o la nazionale di basket.
A pelle. Si piacquero subito Dimaro ed il Napoli. Scattò il colpo di fulmine tra il sindaco, Romedio Menghini, un signore d’altri tempi, e Aurelio De Laurentiis. Venne apprezzato il centro sportivo dall’allenatore Walter Mazzarri e dai calciatori. Quattro anni insieme hanno reso Dimaro, in piena Val di Sole, centro di passaggio verso Campiglio provenendo da Cles, una cittadina con tanti residence e bed e breakfast, alcuni ristoranti, altri due alberghi. E il Napoli è diventato più forte come club, a suo agio nel periodo estivo quasi come a casa sua.
La gente del posto, cordiale e ben disposta verso gli azzurri e i propri tifosi, così presa dal Napoli da tradire la fede per l’Inter. Paese imbandierato fin dal primo anno; campo sportivo tenuto come un gioiellino; spogliatoio che più lindo non si poteva. E con gli anni è stata ampliata anche la tribunetta in cemento sino a una capienza di mille posti e a una copertura in legno che solo da quelle parti avrebbero potuto costruire. Poi, i parcheggi. Tanti e tutti sui prati adiacenti la struttura sportiva. Della presenza dei calciatori azzurri a Dimaro si è avvantaggiata tutta la Val di Sole facendo registrare il sold out agli alberghi di Folgarida e di Cles, coinvolgendo persino Marilleva che sta dalla parte opposta.
Conviene a tutti . Anche il Napoli ha avuto modo di trarre i suoi vantaggi. La squadra ha potuto lavorare tranquillamente, alloggiare in un albergo che fa della cucina un fiore all’occhiello e garantendosi una certa privacy dopo la chiusura delle stradine che portano all’hotel. «Noi per il Napoli ci siamo fatti in quattro – ha detto il sindaco Menghini – e nel tempo siamo cresciuti anche noi. Di solito è la stagione invernale il nostro momento migliore dal punto di vista turistico ma da quattro anni la nostra estate è straordinaria. Ci sono giornate che registriamo l’afflusso di cinquemila persone e andiamo in difficoltà ma ce la facciamo. Arriva gente da Napoli ma anche napoletani dalla Svizzera e dall’Austria. Portano allegria, economia, spensieratezza».
Questo è il quarto anno che il Napoli si prepara a Dimaro, una cittadina ritenuta portafortuna in quanto ha coinciso con le vittorie di due Coppe Italia e quattro qualificazioni consecutive nelle coppe europee. Ma è anche l’ultimo anno di contratto e la paura di perdere gli azzurri è tanta. «Ormai ci siamo affezionati e senza il Napoli la nostra estate sarebbe nient, noi speriamo che si rinnovi l’accordo con la reciproca soddisfazione delle parti anche se ci rendiamo conto che ora il cachet è aumentato e ci saranno sicuramente altre località che offriranno di più». In quattro anni sono migliorati anche gli svaghi offerti ai tifosi napoletani nelle fresche serate di luglio. Più spettacoli, più intrattenimento in quella piazzetta antistante il teatro comunale che sembra un salotto. «Noi vorremmo festeggiare lo scudetto del Napoli dopo aver esultato per strada durante le serate di Champions – conclude il sindaco – In Trentino abbiamo creato un angolo dove ci sono tracce di napoletanità ovunque e c’è stato persino qualche napoletano che ha aperto attività commerciale proprio dalle nostre parti».
Fonte: Corriere dello Sport
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