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Diluvia a Marassi: si gioca?

Per Hamsik spesso lo stadio del Genoa ha portato gol e belle giocate

Che tempo fa? C’è da chiederselo, e ci mancherebbe: e intanto, nell’attesa, è stato di allerta 2 fino a mezzogiorno. Piove e Genoa-Napoli, diviene chiaramente un dettaglio rispetto all’emergenza, con scuole d’ogni ordine e grado rimaste chiuse, i campetti di periferia serrati come gli esercizi commerciali di Fereggiano: al sabato sera, mentre intorno c’è apprensione, si gioca, ma chi può dire cosa accadrà nella notte e quale sarà la situazione al risveglio.  Si deciderà all’alba, valutate le condizioni meteorologiche, la situazione nella area di Marassi, le condizioni del bacino del Bisagno: su quelle del «Ferraris», ovviamente, avrà competenza il direttore di gara; ma prima di mettere la palla al centro, eventualmente, servirà la certezza d’una normalità non apparente e l’ok di Comune, Prefettura, della Protezione Civile. La vigilia è caratterizzata da una cautela assai blindata: il Napoli è partito in ritardo da Capodichino ma è riuscito ad atterrare agevolmente al «Cristoforo Colombo». Resta un interrogativo sulla gara, che verrà risolto intorno alle nove di stamani.

QUI NAPOLI – Poi c’è il calcio, c’è il Napoli, con la propria verità sospesa nel vuoto: di qua il bimestre agosto-settembre, sei vittorie ed appena un pareggio, e di là l’ottobre insopportabile, due sconfitte e altrettanti successi, l’involuzione, la pallida espressione. Quel che resta del Dnipro, delle magie d’un giovedì sera, è l’eco d’una felicità contagiosa, la consapevolezza d’avere un leader vero e la conferma che a volte basta poco, dentro un Hamsik, la verve d’Insigne, la sagoma di Pandev, per riequilibrare le sorti d’un match. Ma a Genova non ci saranno concessioni e, pronti via, largo ai titolarissimi senza ombre (di dubbi), per scacciar via le paure di un campionato che nelle ultime due trasferte ha offerto due ko, tra la Torino bianconera e Bergamo e per lasciarsi scaldare dal «bollente» Cavani.

CASA SUA – Benvenuti al «Ferraris», che è un po’ casa Hamsik: perché allo slovacco l’aria di Marassi fa benissimo (due reti decisive) e che dal Genoa (al quale ne ha segnate quattro, tra cui la rete che valse praticamente la qualificazione in Champions) sembra si lasci ispirare con naturalezza. Ma bentrovato Marassi se lo sussurrerà anche Mazzarri, che torna in uno stadio familiare, nel quale è stato protagonista (con la Sampdoria) per due stagioni e che ha dimostrato di saperci stare gioiosamente anche da «nemico»: cinque gare giocate da quando è sulla panchina del Napoli, una sconfitta contro i blucerchiati ed una contro i rossoblù, ma anche tre vittorie, una delle quali con l’avversario odierno. Marassi è la cartina di tornasole per verificare chi sia realmente il Napoli, se quella macchina da guerra che ha strapazzato il Dnipro o se la sua controfigura che ha manifestato qualche umanissimo affanno contro il Torino. Genova per il Napoli cos’è?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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