Davanti a una partita di cartello conviene essere banali e far finta che sia solo una partita di calcio. In classifica o rallenteranno entrambe, favorendo chi insegue, oppure si prenderanno chi tre punti – si spera e si crede nel Napoli – chi zero, il Milan ovviamente, e in questo caso si parlerà di un allungo entusiasmante. Elettrizzante così come certe partite da sogno, aneddoti benevoli e soprattutto tanta storia, perché consola ricordare che ogni volta Milan-Napoli è stato un evento. Nonostante una vittoria manchi nello stadio rossonero da quasi un quarto di secolo (è nei ricordi quel 1-2 del 13 aprile 1986) il Diavolo non ha mai avuto vita facile in casa. Il Milan di Capello, ad esempio, pur vincendo spesso al San Paolo, ha più volte visto imporsi il pari dal Napoli. Il suo primo Milan, però, calpestò il Napoli di Ranieri, che, seppur terzo in classifica, subì una sonora batosta (5-0) nel marzo ’92 con un Van Basten incontenibile. L’anno dopo gli azzurri sfiorarono il botto: nel primo tempo chiusero in vantaggio di due reti (Careca), nella ripresa entrò in scena Lentini che regalò il pareggio ai suoi. Il Napoli c’è andato vicinissimo anche nel primo posticipo della storia della serie A (1993) quando è iniziata l’era dei tre punti: il gruppo allenato da Lippi era sopra con un gol di Pecchia, allora appena ventenne. Panucci e Albertini spensero l’illusoria vittoria. Pareggio sonante la stagione successiva, quando la gara s’è disputata a gennaio, dopo 21 giorni di pausa: Simone portò in vantaggio il Milan, ma all’87 Fabio Cannavaro realizzò la sua prima rete in serie A. Tagliatatela sarà, invece, protagonista l’anno dopo, quando parerà tutto, compreso un rigore a Roberto Baggio, fermando sul pari (0-0) il Milan.
Fu maradoniano l’ultimo successo a San Siro, era l’anno che precedette lo scudetto. In quel magnifico pomeriggio di aprile del 1986, nacque la vittoria del giorno 13, un numero fortunato. Con questa scaramanzia il Napoli di Diego si batté contro il Milan di Nils Liedholm che, per l’occasione, sfoderò una squadra con quattro attaccanti. Corrado Ferlaino spiega con particolari: «C’erano l’inglese Mark Hateley, fisico da indossatore, Paolo Rossi che aveva ormai trent’anni e un solo menisco su quattro dopo tre operazioni, il sardo Pietro Paolo Virdis con baffi da pastore del Gennargentu e Marco Macina, famoso per essere uno dei due unici calciatori noti di San Marino (con Bonini). Avevamo una difesa di ferro e Liedholm pensò di attaccarla, ma figuriamoci se Bruscolotti, Ferrario e Renica, davanti a Garellik, potevano lasciarsi impressionare». Già, proprio così. Vinse il Napoli 2-1, perché in replica, la squadra azzurra aveva in attacco Bertoni, Pecci, Giordano, Maradona e il salernitano Filardi, un difensore all’ala sinistra, unica precauzione di Ottavio Bianchi. Segnarono Giordano, assist di Bagni, poi ci fu un gioco di prestigio di Maradona. Di Bartolomei siglò il gol milanista. «Era un periodo di stanca – racconta Bagni – ci occorrevano delle prodezze. Furono fantastici i gol di Giordano e soprattutto quello di Diego. Poi venne l’era Sacchi e per noi quelle partite si fecero sempre più complicate». Negli anni in cui Milan e Napoli hanno dominato la scena nazionale, il duello era tra due filosofie del calcio: la zona sacchiana contro quel mix di forza fisica e genialità maradoniana.
Nell’anno dello scudetto sulla ruota di San Siro esce, invece, un combattuto 0-0; ricordi brutti quando il Napoli dopo le festività di Natale e Capodanno (3 gennaio dell’anno dopo) si presenta da primo della classe e passa in vantaggio con Careca. Il Milan però domina e alla fine sarà 4-1, nell’anno delle polemiche per lo scudetto sfumato, finito sulle maglie del Milan dopo il clamoroso ko al San Paolo che diede luogo a particolari tesi (la camorra e il calcio scommesse) e accese polemiche. Chicco Evani ha una reminiscenza che tocca i nervi scoperti dei napoletani ma che è anche un saluto alla gente del Napoli. «Pochi ricordi a San Siro. Ho dentro di me il 3-2 al San Paolo, li superammo in classifica e vincemmo il titolo 1988, fu bello il consenso dei tifosi napoletani che ci applaudirono». Baresi è lapidario: «Milan-Napoli mi emoziona, mi ricorda le grandi sfide con Maradona». Sfida scudetto anche nel ’90: azzurri a San Siro in vantaggio di due punti sul Milan che scuote la squadra di Albertino Bigon con un pesante 3-0. Tuttavia i successi partenopei a San Siro si sono susseguiti in passato a ritmi vertiginosi in pochi anni: blitz nel ’78, nel ’79, anno dello scudetto della Stella per il Milan, nell’80 e nell’82. Una serie che garantì al Napoli 11 anni di imbattibilità in casa del Milan dal ’73 all’85.
Oggi si parla di sfida spettacolo. Ma non è andata sempre di lusso. Ricordare partite brutte, tese, anche cattive non significa fare un torto a quanto di bello si è compiuto. Lo spettacolo, che una volta viaggiava dal campo agli occhi, adesso funziona anche e soprattutto a livello emotivo e mediatico.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.C.
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