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Diego Armando Maradona: “Contro la Juve bisogna reagire”

Il "Pibe de Oro" vuole che l'undici di Mazzarri ritorni al successo venerdì sera

Stanco. Però anche sorridente dietro gli occhialoni scuri e il volto appesantito dagli anni e anche da troppi chili in più. Eccolo Diego Maradona. «Sono molto felice di essere tornato, ho visto la partita con l’Udinese in tv. Il Napoli avrebbe meritato di vincere. La Juve si allontana, ma questa squadra venerdì deve reagire» . Eccolo saltellare al balcone di quell’albergo di fronte al mare che lo accolse anche la prima volta che mise piede a Napoli. Era l’Ottantaquattro, allora. Ebbene il tempo sembra essersi fermato. Trent’anni dopo, infatti, di nuovo e ancora tutti con il naso al cielo in attesa che s’affacci. E lui s’affaccia. Ottavo piano. Suite presidenziale. Le stanze più belle che vi sono. “Diego, Diego, Diego” e Diego non si fa pregare. Dall’ottavo piano piovono saluti e baci sul lungomare riscaldato dalla passione della gente. E la gente s’infiamma. “Chi non salta juventino è”, intona. E saltella. E saltella pure Maradona scatenando ancora più tifo e più emozione. In trecento, forse quattrocento l’hanno aspettato ed acclamato. Forse qualcosa meno del previsto, ma fa niente. Basta e avanza per dimostrare al vecchio campione che l’affetto della gente è sempre uguale. E, anzi, che il club di Maradona conta pure nuovi iscritti. Giovani, ragazzi che sono tanti, forse in maggioranza, e che l’hanno conosciuto solo attraverso i filmati ed i racconti della gente. Arriva, più o meno alle quattro e mezzo, Diego. Vince a fatica l’assedio delle telecamere e dei flash e si rintana nelle sue stanze di prestigio.Con lui, Hugo, suo fratello che vive a Napoli da tempo e insegna calcio, e Beppe Bruscolotti, vecchio compagno e amico sincero che l’invita a cena a Posillipo, nel suo ristorante. E poi, ovviamente, i suoi legali: il professore Angelo Scala e Angelo Pisani, che gli mostrano sentenze e nuove strategie per contrastare le pretese dell’Erario.

LE MOSSE – E’ soprattutto per questo che è tornato Maradona. Per urlare di persona che lui non ha evaso niente. Che non gli va di essere trattato come un delinquente. Che è vittima d’un paradosso giudiziario che da vent’anni gli vieta di sentirsi libero in Italia. Cose che dirà stamane nella conferenza stampa che verterà soprattutto sulla questione fisco. Ma non è solo tasse nel blitz napoletano di Diego Maradona. Non ha incrociato il Napoli, ma non è detto che non possa farlo. Se ora, infatti, s’è dovuto accontentare di seguire in tv gli azzurri contro l’Udinese, domani o tra tre giorni, chissà, potrebbe abbracciare la squadra da vicino. E’ il Napoli che lo spera. «Non andare via. Resta qui almeno sino a fine settimana e venerdì vieni al San Paolo per Napoli-Juve», l’invito che proverà a fargli arrivare già stamane. Diego sarà felice dell’invito che gli permetterebbe di tornare nel suo stadio proprio nel giorno della partita più sentita, anche se poi non è detto che ciò avvenga perché a Dubai ha appuntamenti che non può mandare all’aria. «Cosa porterò con me quando andrò via? Porterò la voglia della gente di battere la Juve», disse un giorno seduto ad una delle tavole del ristorante del Centro Paradiso, campo, sede e ritiro del suo vecchio Napoli. Un motivo in più per essere tentato. O, magari, per tornare giusto in tempo per la gara. Deciderà, Diego. Farà sapere, forse. Intanto si gode la città che fu il suo regno, Un po’ d’impegni e un po’ di vita privata assieme ai vecchi amici davanti a un piatto di spaghetti con le vongole veraci. Le ha chieste proprio lui a Mary Bruscolotti, Vongole, sì, ma anche un sacco di emozione per un campione che Napoli non dimentica e non vuol dimenticare.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.

 

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