Ce la metterà tutta, per essere presente domani, al via del Giro, da Napoli, il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco. Ma stavolta, per una volta, non dipenderà da lui. «Sono stato appena sottoposto ad una procedura angioplastica coronarica, a ciel sereno, fra l’altro, e non sono sicuro di avere il nulla-osta dei medici. Ma farò l’impossibile, per esserci. Quantomeno, in una delle tre giornate campane».
È un successo, per il ciclismo italiano, il via da Napoli del Giro, non trova?
«Certamente, è una festa, al di là del successo per l’entusiasmo popolare che il Giro sollecita sempre da voi. Ma per noi della Federazione, è fondamentale che il ciclismo pervada equamente tutto il territorio nazionale, ed una occasione come il Giro è determinante».
Innanzitutto per promuovere le vocazioni locali.
«Di sicuro. Una vetrina come il Giro costituisce uno stimolo senza paragoni per il territorio, per dare spazio e creare contatti positivi per il futuro, non solo per il presente».
Non ci sono corridori campani al via, quest’anno.
«Sì, lo so, e mi spiace che non ci sia stato spazio per l’ unico professionista della vostra regione, mi sembra, Donato De Ieso, un sannita. Ma non dispero appunto che dalla emozione di questo Giro made in Campania fiorisca una nuova epoca di talenti, come quella dell’epoca ’90, Figueras, Commesso, D’Amore».
Il ciclismo, ovviamente, non è solo il Giro.
«Naturalmente, e da presidente della Federazione sono il primo ad essere convinto che fenomeni di grande impatto mediatico come il Giro servono ad innescare una sorta di meccanismo a catena positivo per il movimento di base, in relazione alle altre sfaccettature del ciclismo».
Ad esempio?
«In Campania, grazie anche all’impegno del presidente Cutolo e del suo gruppo di lavoro, c’è una confortante passione per la Mtb ed il ciclopratismo, che rappresenta un risvolto del ciclismo caro ai più giovani, per il binomio sport-natura che vi è insito. Ma c’è un altro nodo che al più presto puntiamo a sciogliere».
Quale, presidente?
«Mi auguro che la Federazione possa avere presto in gestione propria il Velodromo di Marcianise, quel gioiello casertano che deve essere restituito al più presto alla pratica del ciclismo. È sulla pista che nascono i campioni. Anche quelli della strada. Su pista è nato Coppi, per i più anziani, ed anche Saronni, per i meno giovani. E non dimenticate Wiggins, Cavendish, Viviani, tutti sbocciati in pista. Marcianise è una grande occasione da riacquisire. Per la Campania e per il Centro-sud».
Torniamo al Giro.
«Sì, torniamoci, ma per dire una cosa in più, in quota rosa. È straordinario, per la Campania, che parta domani da Napoli il Giro d’Italia storico. E che oggi, però, a Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno, si annunci il percorso del Giro d’Italia donne, dove vivrà per intero la sua seconda giornata di gara. Un bel colpo nel nome delle pari opportunità, o no?. Una vittoria, in ogni modo, due volte rosa».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro