Lo volete liscio, gasato, italiano o sudamericano? Lo preferite di tacco, con una volée, una perfida e però ammaliante punizione o con un tap in soffice e beffardo? Lo preferite in bianco & nero o nelle varie sfumature d’un azzurro principesco? Udinese-Napoli è il gol in tutte le salse, il talento allo stato puro che sgorga in versione bipartisan, il fosforo sontuoso di Totò Di Natale e la leggiadria atletica di Edinson Cavani: Udinese-Napoli è uno show senza frontiere, che nasce alla periferia partenopea e poi vola sino in Uruguay, per incontrarsi nell’olimpo dei bomber, in quella dimensione onirica offerta dalle magìe.
LA BANDIERA – L’Udinese è in quell’omino che non conosce tentazione, il bandierone che sventola da nove anni e che ha resistito al corteggiamento martellante d’una Vecchia Signora e della squadra del cuore dell’indimenticabile fanciullezza: e in quel contenitore che contiene sentimenti autentici – la cosiddetta scelta di vita – Totò Di Natale ci ha infilato centoquarantanove gol e una scarica d’affetto, di passione, d’empatia che ha sancito un’unione di fatto (ormai imprescindibile, a prova di offerte milionarie) tra un calciatore e la sua città d’adozione.
IL SIMBOLO – Il Napoli è in quel fenomeno paranormale che in appena due stagioni e mezze s’è tolto lo sfizio di conquistare una qualificazione in Champions, una in Europa League, di portarsi a casa (con i compagni) una coppa Italia, di guarnire questa confezione con novantatré reti esclusivamente partenopei, di fantasticare il trono di cannoniere di tutti i tempi, di superare persino il tetto dei cento gol in un Bel Paese che per el matador s’è rivelato strepitosamente accogliente: e mentre il Real Madrid e il Bayern, il City e il Barcellona, restano ad osservare la clausla rescissoria da 63 milioni di euro, Cavani prosegue con realismo a canticchiare la propria filastrocca: «Io qua sono felice e penso al presente: voglio ottenere il massimo con questa squadra, per lasciare un segno nella storia» .
IL BLACK OUT – Ma pure i fuoriclasse riescono a restare umani e mentre Udinese-Napoli sta per presentarsi in tutto il suo splendore (e nel suo tatticismo), i conti di Di Natale e Cavani improvvisamente non tornano: quattordici reti in campionato per Totò, vero, che però s’è fermato il 13 gennaio scorso, praticamente cinque domeniche fa, e da quel dì è piombato in una crisi d’identità alla quale non può essere abituato un «cecchino » del suo spessore; Cavani ne ha segnate invece diciotto, comanda la classifica dei marcatori, eppure è incappato in un periodo infelice: l’ultimo graffio al Parma, tre domeniche fa, per precisione il 27 gennaio, ma il digiuno s’è prolungato attraverso il doppio match europee con il Viktoria Plzen.
I GIGANTI – Visti da vicino, dai difensori che (poverini) dovranno marcarli, Di Natale e Cavani sono due giganti incontenibili e mentre Totò s’è preso già due volte la classifica dei cannonieri, il matador la insegue adesso, osservando per una volta il «carissimo nemico» dall’alto. Udinese-Napoli è un match che si gioca a distanza siderale dalla normalità e, tanto per andare a scavare nei precedenti e lasciarseli aiutare da ciò che è già accaduto, promette brividi a getto continuo: Di Natale sa come si fa male ai propri «fratelli» e le due triplette del recentissimo passato sono testimonianza delle capacità di restar freddissimo, in circostanze altamente emotive; ma Cavani, proprio un anno fa, rispose all’eliminazione in Champions (e un rigore sbagliato) prendendosi le responsabilità che spettano a un leader e realizzando una doppietta scacciacrisi. Totò ed Edy, palla al centro e buon divertimento.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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