Sembrava scritto nel suo destino, festa stasera a Napoli. Ieri è stata ufficializzata l’unica candidatura italiana al Pallone d’oro 2011, quella di Antonio Di Natale, il trentaquattrenne bomber napoletano dell’Udinese, capocannoniere dei campionati 2009-2010 e 2010-2011. Il piccolo grande Totò avrebbe potuto celebrare oggi l’evento al San Paolo, nello stadio della sua città, anche se da avversario. Ma a sorpresa è stato escluso dalla lista dei convocati. Guidolin non lo ha convocato per un problema muscolare, evitando di correre rischi anche perché a distanza ravvicinata vi sono altre partite, tra campionato ed Europa League. Di Natale salta, per un infortunio all’ultimora, la trasferta di Napoli per la seconda volta consecutiva. Era accaduto anche nello scorso campionato, quando l’Udinese il 17 aprile vinse per 2-1 al San Paolo, spegnendo l’ultima illusione scudetto degli azzurri.
Il rapporto tra Totò e il Napoli non è amichevole. È stato lui a firmare le ultime vittorie dei bianconeri al Friuli con due triplette e dopo il successo del 7 febbraio 2010 vi furono scintille tra Di Natale e alcuni azzurri negli spogliatoi. Lui, quando segna al Napoli, “tenta” di non esultare. Avrebbe potuto giocare in questa squadra, ma rifiutò l’offerta di De Laurentiis e Marino nell’estate 2009. L’intenzione del presidente e dell’ex direttore generale era affiancarlo a Quagliarella, acquistato il giorno dopo la chiusura di mercato per 18 milioni. Niente da fare, Di Natale è rimasto un “caro” nemico, adesso candidato al Pallone d’oro, quello vinto da un altro napoletano, Fabio Cannavaro, nel 2006, l’anno dei Mondiali. Le chance per Totò non sono tante: basta dare un’occhiata alla lista dei candidati (i tre finalisti saranno proclamati il 5 dicembre e il 9 gennaio 2012 vi sarà la consegna del trofeo nei saloni della Fifa), quella che va da Messi – stella del Barcellona campione d’Europa – agli assi del Bayern, avversario del Napoli in Champions League. Tuttavia Di Natale, il ragazzo che a 14 anni lasciò la scuola calcio di Lorenzo D’Amato a Castelcisterna per raggiungere l’Empoli e cullare il sogno di diventare campione, è felice: «È un onore, mi riempie d’orgoglio essere accostato a campioni del calibro di Messi e Cristiano Ronaldo: non capita tutti i giorni. Essere l’unico italiano fa ovviamente ancor più piacere e devo ringraziare l’Udinese, dai dirigenti al tecnico e ai compagni, perché senza di loro non avremmo centrato questo obiettivo».
Guidolin ha lasciato a casa Totò dopo averne valutato le condizioni fisiche. Si è rallegrato con lui.
«Sono molto felice per la candidatura al Pallone d’oro perché vincere per due anni consecutivi la classifica cannonieri del campionato italiano è qualcosa di strepitoso»,
ha sottolineato l’allenatore. È primo in classifica con il capocannoniere e la difesa-bunker (un gol incassato, la retroguardia migliore d’Europa), ma non si monta la testa.
«Perché la classifica è provvisoria e a Napoli ci attende un duro impegno. Vivo la situazione con grande buon senso, sono sereno e concentrato»
. E stasera proverà a realizzare un altro colpo a Napoli, sotto gli occhi di De Laurentiis che lo ha definito «allenatore intelligente», con un altro napoletano, un altro Totò: Floro Flores, lanciato in azzurro da Mondonico nella primavera 2001, quando aveva 17 anni.
«Da lui mi aspetto moltissimo»,
ha detto Guidolin. Ma non c’era bisogno di caricarlo.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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