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Di Natale-Cavani, una sfida tra bomber implacabili

Il "Matador" è istinto puro, il bomber friulano è davvero instancabile

Ma voi da che parte state? La sfida nella sfida, d’una domenica all’ultimo gol, è tra quelle macchine perfette che cento ne fanno e altrettanto ne pensano, un concentrato di fosforo e atletismo allo stato puro che induce a sognare ad occhi spalancati chi sta a fianco e che però spinge anche a tremare chi sta di fronte: benvenuti al «Friuli», in uno show a reti unificati di Totò & Edy, la «santa» coppia che scoppia di salute e che ha fatto le fortune di Udinese e Napoli.

ALTA SCUOLA – I fatti separati dalle opinioni sono racchiusi in statistiche che fanno rabbrividire, in quei numeri che scuotono la normalità, si trasformano in eventi eccezionali e rappresentano le controfigure di Ibra, l’attuale principe dei bomber (19) che però sente sul collo l’alito di Di Natale (18) e il rumore dei tacchetti di Cavani (16) a debita distanza, praticamente in scia: la differenza, però, è sintetizzata in undici metri, la rampa di lancio d’un dischetto del rigore che Sua Maestà lo svedese ha potuto sfruttare per sei volte, che il friulo-napoletano ha capitalizzato in quattro circostanze, che a Cavani ha prodotto benefici due sole volte, facendogli però mangiar le mani a Siena.

LA SCUOLA – La classe non è acqua e Totò è un fuoriclasse d’indiscutibile genialità indiscutibile che usa i piedi come se fossero mani per disegnare capolavori perfidamente eccitanti, per tracciare parabole irraggiungibili e capaci di issarlo per due stagioni consecutive sul trono dei capocannonieri della serie A. Ma Udinese-Napoli è pure istinto naturale, il talento che sta sgorgando adesso, nel biennio partenopeo, d’un Cavani che ha scoperto d’aver le stimmate del bomber come mostrato all’Europa intera in questo biennio partenopeo da mille e una notte, trentatré sigilli (complessivi) nella passata stagione, ventiquattro in quell’attuale e un braccio di ferro – ancora – con Di Natale per provare a diventare l’uomo simbolo dei goleador contemporanei.

GLI EXPLOIT- Gli archivi non mentono e raschiando il fondo dei curriculum, questa vita da cecchino è un’esplosione ripetuta nel tempo, un certificato di garanzia che rende Udinese-Napoli pirotecnica, intrigante, emozionante e anche imprevedibile: Di Natale s’avvicina con le sue due triplette consecutive già consegnate a De Sanctis (un avviso ai naviganti) e comunque con una scheda da mostro che narra di 148 gol in serie A, di 31 in B, di 20 nella giovinezza della C/2, di altre 30 tra la coppa Italia (18) e le manifestazioni internazionali (12), infine di 10 autografi personali con la Nazionale; Cavani sta un po’ più dietro ma anche otto anni di meno ed ha scoperto il filone del gol di recente, però è da stropicciarsi gli occhi egualmente: 76 volte in A (e 57 di queste, con il Napoli), 9 in Coppa Italia, 12 tra Europa League e Champions, nove reti in Uruguay e undici con la Nazionale.

DIFFERENZE – Il destino sa essere anche un po’ canaglia, perché il tandem della felicità che viaggia a Udine e Napoli – assecondando la teoria delle convergenze parallele – avrebbe potuto persino giocare assieme, se Totò avesse detto sì tre anni fa alla cessione. Chissà mai cosa sarebbe potuto accadere: così diversi eppure così eguali, roba da restare col cuore in gol.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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