L’ultima volta fu lui a spezzare i sogni di gloria del Napoli. Roberto Di Matteo appena arrivato sulla panchina del Chelsea, fece fuori gli azzurri dalla Champions. Ottavi di finale, 3-1 al San Paolo, agli inglesi occorreva l’impresa, cioè vincere minimo 2-0. Due anni fa, come adesso, il Napoli era stato sorteggiato in un girone tremendo ma lo aveva superato con il Bayern Monaco, facendo fuori il Manchester City di Mancini. Di Matteo esordì proprio negli ottavi di Champions prendendo il posto del silurato Villas Boas. «Quel match fu la chiave della nostra stagione, il segreto della cavalcata vincente. La vittoria sul Napoli fu rigenerante: crebbe a dismisura l’autostima e alla fine portammo a casa il trofeo. Una volta eliminata la squadra di Messi sarebbe stato un peccato lasciare ad altri la Coppa. Impresa a Barcellona e super-impresa a Monaco in finale, in casa del Bayern. Quella sera del 19 maggio 2012 scrivemmo la storia del club e della Champions».
Stesso risultato a Londra al 90’: 3-1. I tempi supplementari furono fatali al Napoli che alla fine si arrese al 4-1. Fu difficile preparare quella rimonta?
«C’è una differenza sostanziale con la partita di domani. Noi ci trovammo a vincere con tre reti di scarto perché subimmo il gol di Inler. Altrimenti, ci sarebbe bastato il 2-0. La partita svoltò su un’azione fallita da Zuniga, sul 2-2 il Napoli avrebbe fatto strada. Invece trovammo un altro gol e all’overtime completammo l’opera».
Domani il Napoli sfida l’Arsenal: match in teoria proibitivo per via del discorso della differenza reti. Una semplice vittoria e 12 punti in classifica potrebbero non bastare per superare il turno.
«Sembra una cosa assurda ma è così. Non so quanti precedenti simili esistono: la verità è che il raggruppamento è stato infernale, il più equilibrato e bello in assoluto. Rispetto ad Arsenal e Borussia, il Napoli è partito sfavorito ma ha compiuto un percorso fin qui impeccabile, ha fatto quello che doveva fare. Avrebbe potuto chiudere il discorso in casa dei tedeschi due settimane fa ma aver preso qualche gol di troppo ha complicato i piani».
L’Arsenal detta legge in Premier e da oltre dieci anni supera sempre la fase a gironi: sulla carta non c’è partita.
«La squadra di Wenger è in forma brillante, il pareggio di domenica con l’Everton non fa testo. Da mesi i Gunners vincono e convincono, sono la formazione più forte d’Inghilterra e in Europa hanno esperienza da vendere. Al San Paolo avranno a disposizione due risultati su tre, oltre a poter perdere anche con due reti di scarto. Sarà dura per il Napoli ma non impossibile».
Come sempre quando c’è da rimontare, sarà fondamentale partire bene.
«Segnare un gol e non subirne, serve questo per incanalare il match sui binari giusti. Strada facendo, la passione del San Paolo può fare il resto. Stiamo parlando solo dell’ipotesi rimonta: e se il Marsiglia riuscisse a fermare il Borussia? In Champions non bisogna dare mai niente per scontato, si gioca anche per il prestigio».
Superfluo chiedere cosa c’è da temere tra gli inglesi?
«Il collettivo. Parliamo di una formazione migliorata costantemente negli anni e che porta avanti sempre la filosofia cara a Wenger: crescere con i giovani di valore. Quest’anno, poi, con Ozil ha aggiunto la classica ciliegina alla torta. L’Arsenal è compatto, corto in campo e ben predisposto al pressing e al possesso palla. A volte lascia qualche spazio agli avversari e di questo deve approfittare il Napoli. Occorre attaccare con giudizio ed equilibrio: andare avanti subito a testa bassa può essere molto rischioso».
Fonte : Il Mattino
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