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Di Marzio: “Al Napoli manca la vittoria nel dna. Manca un vero leader in squadra, c’è solo Ospina”

Gianni Di Marzio ex allenatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista a Radio Crc:

“Al Napoli manca l’allenamento a vincere, che deve essere nel dna del club e dei giocatori. Alcune partite sono disputate con una certa superficialità, altre con molta concentrazione. In più, qualche ruolo non è stato coperto, non dando così quella continuità che hanno i grandi club. Ad esempio, sull’esterno basso a sinistra a volte gioca Mario Rui, altre volte giocava Hysaj fuori piede a sinistra, quindi si evince la necessità di Gattuso di avere un buon terzino sinistro come potrebbe essere Emerson Palmieri. Nonostante tutto però il Napoli è un’ottima squadra e Osimhen è un valore aggiunto; avranno un’ottima continuità”.

“Peccato per la partita a Torino contro la Juventus che non è stata disputata, il Napoli era in un periodo di grande forma e  poteva cercare di portare a casa altri tre punti. Il match è stato preso con troppa superficialità. 

La lotta allo scudetto? Il campionato di quest’anno è simile ad una corsa ciclistica, il Milan è fantastico, sta portando a casa una serie di risultati consecutivi. Le prestazioni fanno comprendere la volontà della squadra di vincere il campionato. Nonostante però la fuga dei rossoneri, si sono messi all’inseguimento ben 6 squadre, comprendenti ovviamente anche il Napoli. La realtà è che, a mio avviso, è troppo presto per fare delle supposizioni, siamo alla decima di campionato, quindi neppure ad un terzo della gara. Di conseguenza, sempre a mio avviso, la fuga del Milan risulta essere fin troppo frettolosa, ma la continuità della squadra fa ben sperare. 

Un leader nel Napoli? Un leader ha carisma, personalità, carattere, è un trascinatore, capopopolo, a prescindere dalla prestazione in campo. Totti ad esempio, che è stato un grandissimo giocatore, non è mai stato un leader nell’ambito dello spogliatoio. Non credo che il Napoli attuale abbia un leader, forse solo Ospina, per le sue esperienze internazionali. In campo, tecnicamente possono assumere questo ruolo Insigne, Mertens, Koulibaly, ma non credo possano incidere sui compagni di squadra su determinate decisioni, altrimenti non ci sarebbe stato l’ammutinamento.  Ibrahimovic, ad esempio, incarna alla perfezione questa figura. 

Osimhen? Ha cambiato il mondo under 17, facendo ben 10 gol con la sua squadra, la Nigeria, battendo il  Brasile. Fu un risultato mondiale. Il nigeriano è un giocatore giovane, che ha grandi margini di miglioramento. È un contropiedista, attacca gli spazi, sui 30-40 metri con palla lunga è uno che ti ammazza. 

Primavera del Napoli? La società sbaglia nel non puntare sulla squadra giovanile. Non dimentichiamo che lo scorso anno la primavera degli azzurri è arrivata ultima. Sono stato contento che almeno Insigne sia riuscito ad emergere, ma se non avesse avuto le qualità che obiettivamente ha, sarebbe fuggito anche lui altrove”. 

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