Mimmo Di Carlo, allenatore dello Spezia, ha parlato a “Il Mattino”. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
“Quando hai tutti contro, le motivazioni crescono a dismisura. Le pressioni le ha il Napoli: se non ci elimina sai che casino… Serve una prova coraggiosa. Anche perché contro abbiamo la squadra che gioca il miglior calcio d’Italia. Il che rende la missione davvero complicata. Non veniamo a recitare la parte dell’agnello sacrificale, altrimenti non avrei interrotto le vacanze dei miei giocatori. Veniamo a Napoli per vendere cara la pelle, consapevoli che affrontiamo una big della serie A. Lo era anche la Roma? Certo. Serve lo spirito di quella volta: a noi farebbe piacere andare avanti ancora in Coppa Italia, sarebbe un trofeo fantastico se si facesse come in Inghilterra. Immagino che festa a La Spezia se oggi si giocasse qui e non al San Paolo. Ma non vogliono. E la colpa è anche mia perchè l’ultima provinciale a vincere la Coppa Italia è stato il Vicenza del 1997: allenatore Guidolin e in campo un certo Di Carlo. In finale vincemmo contro il Napoli: ribaltammo l’1-0 dell’andata, al Menti tutto riuscì alla perfezione. Da allora hanno cambiato tutto per evitare che altri miracoli come quelli del Vicenza si potessero ripetere. Il Napoli non ha punti deboli, bisogna solo sperare in una loro serata storta, in un errore individuale. Sotto il profilo dell’organizzazione è una macchina da gol spietata. Abbiamo preparato questa gara in tre giorni, ed è questo il mio unico rimpianto. Ma in un campionato interminabile come quello di serie B, con 42 giornate, solo ora potevo concedere qualche giorno di vacanza ai miei ragazzi. Il mio preferito del Napoli è Callejon. È un giocatore pazzesco, sposta gli equilibri a seconda della posizione del campo dove decide di piazzarsi. E poi Hamsik: mi colpì fin dalla prima volta che lo affrontai ai tempi del Brescia. E ora è davvero tra i migliori al mondo nel suo ruolo. Se facessi delle barricate stasera, prima o poi prenderei gol. Devo affrontare Sarri provando a tenere la difesa alta. Non c’è altro metodo per una provinciale come noi. Sarri pratica il miglior calcio d’Italia, non rinuncia mai a far gol, non c’è mai un calcolo: palla sempre in verticale, in avanti o indietro. Di italiano non ha nulla Sarri…”.
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