Napoli derubato. E questa volta non si tratta di un’accusa relativa a torti arbitrali presunti o reali, ma di un furto denunciato ieri dai dirigenti della società azzurra al comando-stazione dei carabinieri del rione Traiano: circa ventimila euro, spariti dalla cassaforte degli uffici del club dello stadio San Paolo e prevalentemente frutto della vendita ai botteghini dei biglietti della partita andata in scena domenica a Fuorigrotta con il Lecce (tutti tagliandi staccati nelle ore precedenti la gara). Per quella gara l’incasso lordo totale, tra abbonati e paganti, è stato di 486.171,81 euro. Una sorpresa amara, dunque, ma una perdita non eccessiva. Una storia che gli inquirenti, piombati ieri allo stadio napoletano, sulla scena del fatto, dovranno chiarire: non era mai accaduto, infatti, che sparissero soldi dalle casse del club o documenti rilevanti dagli uffici. Mai, a partire dagli anni della gestione dell’ingegner Ferlaino, fino ad arrivare agli ultimi giorni di quella corrente. Di Aurelio De Laurentiis. Nessun precedente, insomma, nessun problema nel recente o nel remoto passato. Gli uomini del nucleo scientifico dei carabinieri, tra l’altro, non hanno rilevato segni di effrazione: né la porta dell’ufficio, né la cassaforte sono state forzate. Dunque, una vicenda ancora da definire nella dinamica e tecnicamente classificata come «ammanco» in attesa di sviluppi. Il Napoli ha preferito non commentare la vicenda e di gestirla discretamente, ma secondo quanto si apprende dalla denuncia presentata ieri ai carabinieri, la dirigenza avrebbe registrato il furto – ovvero l’ipotesi che gli investigatori stanno seguendo con maggiore convinzione ritenendola più probabile – martedì. A complicare le indagini, ovviamente, è la mancanza di tracce di forzatura: un dettaglio decisivo emerso dai primi rilevamenti che, in attesa di ulteriori accertamenti utili a confermare il tutto, ha spinto gli investigatori a indagare sull’esistenza di eventuali duplicati delle chiavi e sull’ipotesi dell’esecuzione di un calco delle stesse. La mancanza di un sistema di videosorveglianza interno ha agevolato il compito dell’autore o degli autori, perché gli inquirenti non hanno ancora stabilito il numero preciso delle persone che si sarebbero indebitamente appropriate dei circa ventimila euro mancanti. Per lo più frutto di una parte dell’incasso della partita con il Lecce, giocata domenica: la maggior parte dei contanti custoditi, infatti, riguardava i proventi delle ultime ore di vendita dei tagliandi dei botteghini della sfida con i pugliesi (il resto, infatti, era già stato incassato e depositato nei giorni precedenti).
La Redazione
C.T.
Fonte: Il Mattino
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