Forse gongoleranno un po’ gli estimatori di Rafa Benitez, meno gli aficionados italiani del Real Madrid. Segna Griezmann per l’Atletico e quando accade tendenzialmente vuol dire una sola cosa per la squadra di Simeone, orfana di un vero centravanti: l’Atletico Madrid vince. Partita preparata in maniera perfetta dal Cholo che avvolge il Real Madrid tra le catene del suo pressing, annullando totalmente il tridente composto da James Rodriguez, Cristiano Rolando e Benzema. Alla fine la spunta la maggior organizzazione dei colchoneros che nella ripresa legittimano il risultato trovando il vantaggio con Griezmann e concedendo veramente poco alla formazione di Zidane che non ha risolto i problemi di una squadra piena di talento, forse seconda in Europa come qualità complessiva dei calciatori in campo solo al Barcellona, ma totalmente priva di equilibrio. Un team da All Star Game, ma per vincere nel calcio di oggi serve equilibrio, ed il Real Madrid, con un solo mediano, neanche poi troppo di contenimento, ovvero Toni Kroos, soffre ogni squadra organizzata tatticamente e se gli uomini d’attacco non sono in giornata diventa tutto veramente difficile con tutte le squadre. Eppure le ha provate veramente tutte Zidane, inserendo anche 3 ex calciatori della cantera blancos come l’esordiente classe 1997 Borja Mayoral (esordio assoluto per lui con la maglia del Real Madrid nella Liga), il 1993 Jesè Rodriguez ed il 1991 Lucas Vazquez, per provare a dare una scossa al torpore in cui troppo facilmente gli (ex) Galacticos vanno ad insabbiarsi. Non è mancata la contestazione durante e alla fine della gara, la classica pañolada e il coro ‘Florentino Dimision!’, diretto ad un presidente mai troppo amato dai tifosi che non lo ritengono un vero rappresentante del sentimento Madridista. Ora al Real Madrid resta solo la Champions per provare a salvare una stagione fin qui negativa, la Liga ormai è una chimera con questo Barcellona che, se dovesse vincere domani al Camp Nou contro il Siviglia, si allontanerebbe a dodici lunghezze scrivendo la parola ‘fine’ alle speranze di vittoria dei blancos.
Andrea Cardone
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