La Procura di Genova non iscrive il presidente del Genoa Enrico Preziosi nel registro degli indagati per la vicenda del Calcioscommesse, ma il derby del maggio 2011 resta al centro dell’attenzione della magistratura. Il pm Biagio Mazzeo ha indagato quattro ex rossoblu – Criscito, Milanetto, Dainelli e Palacio – per presunta frode sportiva, insieme con l’ultrà Massimo Leopizzi. L’iscrizione dei giocatori è il primo passo formale per permettere ai magistrati di poterli interrogare. Non è da escludere che il numero degli indagati possa aumentare. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche la presunta «colletta» dei giocatori della Sampdoria che sarebbe servita per pagare i rossoblù.
Sulla vicenda è intervenuto lo stesso Preziosi: «Se fosse vero che 13 giocatori fanno una colletta, cosa che non credo possibile perché sarebbero 100mila euro a testa, allora sarebbero da interrogare e, parlando di illazioni, ci vorrebbero nomi e cognomi anche di questi». Secondo quanto appreso, negli atti della procura di Cremona Preziosi comparirebbe come indagato a causa di una conversazione intercettata tra il capo ultrà Massimo Leopizzi e un’altra persona. Leopizzi avrebbe detto che il presidente del Genoa gli avrebbe chiesto di «regolare i conti» con il magistrato genovese che si era occupato della presunta combine con il Venezia. L’iscrizione del presidente sarebbe stato un mero atto tecnico per una fattispecie che non configura reato. Dal ritiro del Genoa a Bormio, Preziosi ha spiegato di non essere indagato e ha definito le notizie dei quotidiani «illazioni non suffragate da alcuna certezza». Ha anche annunciato di essere a «completa disposizione dei magistrati genovesi».
Intanto, l’avvocato Stefano Sambugaro, legale di Massimo Leopizzi, ha sentito il pm genovese Mazzeo e ha riferito che il magistrato «vuole chiudere tutte le inchieste – Genoa-Siena, derby, presunte minacce al Genoa – in tempi brevi. L’iscrizione degli ex genoani – ha aggiunto Sambugaro – è una normale procedura per poter proseguire l’indagine o per presentare la domanda di archiviazione. La procura ha dovuto iscrivere nel registro i soggetti coinvolti in quanto il fascicolo le è stato trasmesso da Cremona, non più competente».
Si allargano, quindi, le inchieste sul calcio italiano. Ben quattro, in questo momento, le Procure al lavoro sulle scommesse. Dopo Cremona, che nel giugno 2011 ha aperto l’inchiesta Last Bet (tra gli arrestati gli ex nazionali Signori e Doni; c’è stato il coinvolgimento del tecnico della Juve, Conte, chiamato in ballo dall’ex Siena, Carobbio), sono arrivate quelle di Bari (la Procura coordinata da Laudati è partita dall’analisi di una serie di partite del club biancorosso e del Lecce, che potrebbe rischiare la retrocessione in Prima divisione se vi fosse il coinvolgimento diretto dell’ex patron Semeraro) e di Napoli. Il pool napoletano coordinato dal sostituto procuratore Melillo, in particolare, ha puntato l’attenzione sulla partita Samp-Napoli del 16 maggio 2010, sulla base delle rivelazioni dell’ex portiere azzurro Gianello.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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