Meno tre al Derby della Lanterna numero 117, i novanta minuti a Genova più attesi dell’anno: dal significato sicuramente speciale, a poco più di tre mesi dalla tragedia del crollo di Ponte Morandi. Una sfida, quella tra Genoa e Sampdoria, che oggi pomeriggio a Marassi, in occasione della presentazione della settima edizione della Junior TIM Cup – Il calcio negli oratori – ha vissuto un’anteprima: protagonisti, i capitani dei due club Domenico Criscito e Fabio Quagliarella.
“Nessuno può dimenticare quello che è successo – le parole rilasciate da Criscito ai giornalisti presenti – I genovesi, tanto i genoani quanto i doriani, ricorderanno per sempre questa tragedia di ormai tre mesi fa. Due minuti prima del crollo ero lì, io mi sono salvato ma altre 43 persone no. Sicuramente ci sarà un atmosfera strana, però in campo si respirerà solo grande calcio. Parliamo forse del derby più bello d’Italia”.
A questo giro sarà anche uno dei più delicati. Sì, perché Genoa e Sampdoria arrivano da tre sconfitte consecutive, non il miglior biglietto da visita insomma: “Abbiamo avuto tanto tempo grazie alla sosta per preparare questa sfida – ha continuato Criscito – per noi è importante, tanto quanto per i tifosi. Cercheremo di dare il massimo, vogliamo dare una gioia al nostro popolo perché sono troppi anni che non vinciamo derby”. Chiosa finale sulla fascia da capitano: “Mi dà più responsabilità. Ne ho già giocati sette di derby, ma questo sarà speciale. Sento il peso di dover trasmettere qualcosa ai giovani. Mi sento genoano e rappresentare la propria città mi emoziona molto. Sette anni fa dissi che sarei tornato. Adesso eccomi qui”.
La sfida a calcio balilla è terminata in parità. Dall’altra parte un Quagliarella che, fino a questo momento, in campionato ha messo insieme quattro gol e cinque assist. Altrettante reti ne ha segnate al Genoa in quindici sfide totali giocate contro il Grifone: “Il derby è una partita speciale, ma fare gol è bello in qualsiasi momento – ha ammesso l’attaccante della Sampdoria – provo soddisfazione anche a farlo in allenamento. A prescindere che sia in settimana o la domenica, quando la palla entra in porta sta a significare che ho fatto bene il mio lavoro. Le rovesciate? Dico sempre di provarci, come va va: se non ci provi non puoi sapere come andrà a finire”.
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