Edinson Cavani risponde a German Denis. Sono i due attesi bomber i protagonisti della sfida tra Atalanta e Napoli. L’uruguaino pareggia all’ultimo secondo il gol del Tanque che aveva illuso il popolo bergamasco al 19′ della ripresa. Non si consuma quindi la “vendetta” degli ex azzurri Cigarini e Denis, autori comunque di una grande prestazione sotto gli occhi del loro ex allenatore Mazzarri. Impressiona soprattutto Denis al quale riesce davvero di tutto.
NAPOLI, INIZIO SPRINT – Mazzarri stavolta opera un mini turnover: Inler non c’è mentre Lavezzi, Aronica e Maggio vanno in panchina. In campo ci sono Fernandez in difesa, Zuniga esterno destro, Dzemaili in mezzo al campo e Pandev in attacco. Colantuono recupera dopo le squalifiche Masiello e Cigarini. Capelli resterà fuori sei mesi e allora torna al centro della difesa capitan Manfredini. Per la prima mezz’ora si vede soprattutto il Napoli; l’Atalanta appare intimorita e non riesce a costruire azione offensive. Gli errori nei passaggi fanno la differenza innescando manovre pericolose da parte degli ospiti. Chi fa ballare la retroguardia nerazzurra è soprattutto Zuniga che ingaggia un duello quasi personale con Peluso. Finché Colantuono impone al terzino di attaccare a sua volta. Le cose migliorano e l’Atalanta respira. Nei primi 45′ non si vedono chiare occasioni da gol, bensì tanto agonismo. Gli unici brividi li danno Zuniga con un tiro-cross al 20′ che Consigli para. E Denis che tenta una incredibile rovesciata al 40′ dopo che Moralez aveva rimesso in campo dal fondo una palla che sembrava persa. Ma la mira non c’è e il Napoli si salva.
IMPRESSIONANTE DENIS – La ripresa è tutta un’altra cosa. L’Atalanta torna in campo combattiva e pressa a tutto campo il Napoli che dimostra di soffrire questo tipo di impostazione tattica. Peluso sale decisamente sulla sua corsia costringendo Zuniga a difendere. I nerazzurri vanno vicini al gol in diverse occasioni: al 2′ gran tiro dal limite di Carmona che De Sanctis nemmeno vede, ma sfera sul fondo di un soffio. Al 6′ incredibile progressione sulla sinistra di Peluso, palla per Moralez che la mette in area. Dopo un rimpallo arriva Padoin che spara alto. Al 14′ la chance maggiore: cross di Padoin dalla sinistra e Denis conclude al volo cogliendo una clamorosa traversa. E’ il Tanque l’anima di questa Atalanta: il bomber lotta coi compagni ma resta lucidissimo in zona-gol dove cerca costantemente la porta. Mazzarri corre ai ripari pescando i campioni lasciati in panchina. In serie entrano Lavezzi per Pandev, Maggio per Fernandez e infine Santana per Dzemaili. L’Atalanta intanto segna, meritatamente: errore di Campagnaro che lascia andar via Moralez. Il piccolo argentino pesca Denis solo davanti a De Sanctis e il Tanque insacca con un preciso destro sul secondo palo.
LA REAZIONE DEL NAPOLI – Il gol scuote il Napoli che finalmente prova a costruire azioni d’attacco come nei primi 45′. Ma la difesa orobica fa muro e respinge ogni iniziativa colpendo in contropiede. Incredibile l’errore di Schelotto al 39′: solissimo in area si addormenta consentendo il recupero di Dossena. Colantuono non cambierebbe una virgola nella sua formazione, ma la stanchezza lo costringe ad effettuare la prima sostituzione al 37′: fuori il bravo Moralez e dentro Marilungo. A seguire entra anche Bonaventura al posto di Cigarini: gara da 7 pieno la sua.
CAVANI IN EXTREMIS – Si arriva così ai tre minuti di recupero decretati dall’arbitro Orsato. E i cambi hanno il loro peso decisivo. Il tecnico nerazzurro decide di concedere una standing ovation a Denis e inserisce Gabbiadini. L’arbitro per questa sostituzione concede 60 secondi in più. Arriva proprio all’ultimo secondo l’1-1 di Cavani: Santana (subentrato) prova una conclusione dal limite, Bonaventura (subentrato) non sale con la difesa e tiene in gioco Cavani che devia tutto solo davanti a Consigli. Una prova di carattere quella azzurra. Ma onore a questa Atalanta che dà la sensazione di poter mettere in difficoltà qualsiasi squadra. Anche quella che quattro giorni fa aveva sconfitto la capolista della Premier League.
Fonte: Repubblica.it
La Redazione
M.V.
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