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Denis, esultanza politica dopo un gol: «Troppa violenza nella mia Argentina»

«La maglietta esibita dopo il mio gol del 2-1 all’Inter? La politica non c’entra». A due giorni da quell’esultanza sotto la curva con la t-shirt dalla «K» barrata tra le mani con chiaro riferimento alla presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner, la spiegazione del ritrovato bomber dell’Atalanta German Denis ha il sapore della verità ribadita una seconda volta.
Anche se a denti stretti, tra i mille distinguo di una conferenza stampa in cui il calcio è entrato abbastanza di striscio: «Il mio amico Javier Zanetti è venuto a farmi i complimenti per la doppietta a fine partita, in famiglia c’è chi tifa per l’Inter proprio per la notevole presenza di connazionali». Già, la patria lontana. L’Argentina in subbuglio per l’ennesimo rigurgito di crisi economica a rischio di default, con la sua presidentessa Kirchner nel centro del mirino delle contestazioni. Ma di inflazione galoppante e conti pubblici del caldo paese del Rio della Plata al Tanque, attaccante del Napoli dal 2008 al 2010, pare non interessare granchè: «Io non sto da una parte nè dall’altra, non ho nulla contro il governo – ha spiegato il trentunenne attaccante di Remedios de Escalada -. Spendo parole sull’argomento perché in patria il mio gesto ha avuto un’eco incredibile». Eccola, la motivazione ufficiale, dettata dalle regole del bon ton e del politically correct sorvolando sul significato del monogramma K: «Il problema dell’Argentina si chiama sicurezza, quindi quello che hanno visto tutti dipende da un fatto personale – ha proseguito Denis -. Due anni fa mi hanno ammazzato un familiare, poco tempo fa a mia madre hanno puntato una pistola al petto per derubarla. Non ho puntato il dito contro nessuno: solo che ho la famiglia là e sono preoccupato». Circa la possibilità di un approdo in massa del parentado in Italia, ovvero il suo presente e il suo futuro professionale, l’attaccante nerazzurro tentenna: «Non ci ho mai pensato, perchè la mia terra è laggiù e ci voglio ritornare. L’attaccamento alla patria e alla famiglia c’è e resiste anche a distanza».
La voglia di pallone, su cui la cruda attualità d’oltreoceano è entrata prepotentemente in tackle, è un ritorno di fiamma che paradossalmente al numero 19 dei bergamaschi serve da estintore per provare a smorzare l’incendio: «La vittoria contro l’Inter ci ha proiettati in una posizione di classifica inattesa, mi pare il momento adatto per affrontare la Fiorentina. Ma solo a salvezza raggiunta potremo divertirci». E, magari, chiudere in archivio polemiche volute ma non troppo.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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