L’uscita dalla Champions, l’analisi di una sconfitta cocente. Contro il Chelsea sono emersi tutti i punti deboli degli azzurri. Limiti europei che si sono evidenziati allo Stamford Bridge contro una squadra che negli ultimi dieci anni ha raggiunto in nove occasioni gli ottavi di Champions, difetti che emergono quando si alza il livello.
Poca esperienza. La mancanza di esperienza è uno degli aspetti emersi nella notte amara di Londra. Lo ha sottolineato Mazzarri. «E’ emersa la grande esperienza internazionale del Chelsea, una squadra che ha giocatori di grande valore. Probabilmente è stato avvertito il peso delle responsabilità dopo il 3-1 dell’andata, il Napoli è una squadra giovane». Analisi diversa del presidente De Laurentiis. «Non mi va di dare ai miei giocatori l’alibi dell’esperienza. Un discorso provinciale, i nostri giocano al San Paolo, un ambiente internazionale che mette pressione».
La cattiveria agonistica. In campo il peso dell’esperienza il Chelsea lo ha messo sul piatto della bilancia. Innanzitutto con l’agonismo evidenziato fin dal primo intervento, l’intervento duro a centrocampo di Lampard su Cavani. Numerose le entrate ai limiti del regolamento: Luiz e soprattutto Terry si sono fatti sentire al centro della difesa e stessa cosa ha fatto Drogba con i difensori azzurri. Pari la sfida per numero di falli commessi ma quelli degli inglesi sono stati molto più «cattivi» da un punto di vista agonistico. Esperienza maggiore emersa anche nella gestione della partita, il Chelsea ha avuto un atteggiamento aggressivo e propositivo quando andava alla ricerca del gol. Sul 4-1 e cioè con la qualificazione ormai in tasca ha invece addormentato la partita, il Napoli il secondo tempo supplementare non ha avuto neanche il modo di giocarlo. Drogba e gli altri più esperti hanno guadagnato falli con mestiere e poi sfruttato tutto il tempo a disposizione per riprendere il gioco.
Errori in zona gol. La mancanza di lucidità sotto porta. Cinici, spietati gli attaccanti del Chelsea. Imprecisi e frettolosi gli azzurri al momento della conclusione, il simbolo della serata storta è stato Cavani, solitamente implacabile e che invece allo Stamford Bridge ha commesso errori pesanti. Discorso da allargare agli altri due tenori, Lavezzi e Hamsik che non sono riusciti a capitalizzare le opportunità.
Gli errori difensivi Grande sofferenza sulle palle inattive. Errori individuali e di reparto, i due primi gol sono arrivati sui colpi di testa, dopo i tre segnati sempre di testa dal Cagliari al San Paolo. Il Chelsea fa del gioco aereo uno dei suoi punti di forza, ma il Napoli ha sicuramente ballato troppo e sofferto ogni qual volta arrivava un pallone alto in area di rigore. E poi le incertezze individuali, il fallo di mano di Dossena che ha determinato il rigore di Lampard è un esempio lampante. Come del resto l’incredibile facilità con la quale Drogba si è fatto spazio in area e ha servito Ivanovic all’altezza del dischetto del rigore nell’azione del 4-1.
La qualità della panchina. Le soluzioni alternative restano limitate anche se adesso almeno numericamente Mazzarri può contare su diciotto elementi. Ma la differenza tra i «titolarissimi» e gli altri ancora si nota e non a caso nelle partite che contano il tecnico si affida all’undici tipo. Contro il Chelsea il tecnico ha inserito Pandev e Vargas dopo il 4-1 dei blues, prima al massimo avrebbe potuto far entrare Dzemaili per provare a dare più solidità al centrocampo. Difficile poter rischiare i due difensori che aveva in panchina, Fernandez non gli dà ancora la completa affidabilità e Britos si era appena ripreso da un altro infortunio. In difesa non sono arrivati i rinforzi adeguati, giocano gli stessi dell’anno scorso, Campagnaro, Cannavaro e Aronica.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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