Gigi Delneri, ex tecnico del Chievo, ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi de Il Mattino. Ecco quanto raccolto da IamNaples.it
«Anche io come Sarri ho conosciuto la serie A dopo i 50 anni. E anche io, esattamente come Sarri, sono riuscito a mettere il gioco e l’organizzazione al centro di tutti. Campionato senza padroni? Per me i padroni questa serie A ce li ha: sono padroni nello spettacolo e in un gioco fantastico. Mi riferisco al Napoli e alla Fiorentina. Vederli in campo è una poesia. Sarri? Non è che lui è diventato così grazie alla fata turchina. È uno che si è fatto da solo, lavorando ore e ore in campo tutti i giorni, per anni. Vince perché crede in quello che fa. Il suo arrivo tardivo su una panchina di una grande squadra deve far porre interrogativi a tanti dirigenti. Si resta incantati a vedere il Napoli giocare. Chievo? Per le grandi perdere con il Milan o la Juve non è un grande dramma, ma perdere con il Chievo lo diventa, come se fosse una cosa disonorevole: forse è questo che avvertono i giocatori gialloblù quando affrontano una big. Forse avvertono il senso di superiorità e allora riescono ad andare oltre le proprie potenzialità. Il Napoli? In Europa soltanto Lewandowski è ai livelli di Higuain. E quando hai in organico un simile portento, capace di risolvere con un colpo all’improvviso una gara, non puoi non essere la squadra più forte di tutte le altre. Scudetto? Ma questo è il terzo anno che la squadra azzurra ha tutti i mezzi per poter puntare in alto. Benitez ha gettato le basi, e Sarri sta mettendo su il resto. Il modo con cui il Napoli impone il suo gioco dà il senso del valore dei giocatori e della stima che questi anni nei confronti delle idee del proprio tecnico. Faccio la griglia scegliendo le squadre che mi piacciono di più: Napoli, Fiorentina e Roma. Le insidie? Stiano attenti a Meggiorini e Paloschi. Prima o poi il Napoli si dovrà fermare. Ecco, anche se succede contro una piccola, non deve essere vissuto come un dramma o la fine della giostra. Perché le insidie di queste trasferte non vanno pesate in base al valore dell’organico. Perché in Italia giocare in casa del Chievo o della Fiorentina non è poi così diverso. Sono tanti gli elementi che fanno la differenza, a cominciare dalle motivazioni»
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