Dallo stadio di Vila-Real all’aeroporto di Capodichino, un viaggio di quasi sette ore nella passione azzurra. È cominciato alle 22.40, quando buona parte dei tremila tifosi presenti al Madrigal ha lasciato la tribuna e si è riversata nella stradina davanti agli spogliatoi. Cori per Mazzarri, appena salito sul pullman perché sotto stress dopo l’espulsione e dopo la qualificazione; cori contro la Juve. Il primo segnale della festa che sarebbe esplosa a Capodichino, poco prima delle 4, quando si è concluso il viaggio della squadra.
Seconda tappa nella sala partenze dell’aeroporto di Valencia, quando la procedura di imbarco dei tifosi sui charter si è fermata per qualche minuto perché si sono allontanati dal gate per abbracciare Hamsik, Inler, Lavezzi (ha parlato in un angolo per dieci minuti con Mazzarri) e gli altri protagonisti della grande notte.
Terza tappa sul volo AZ8047 dell’Alitalia, il charter che ha riportato la squadra a Napoli. È partito in ritardo, dieci minuti prima delle 2. E subito dopo il decollo è cominciata la festa dei giocatori. Lavezzi e Zuniga hanno acceso lo stereo, il primo brano scelto per rallegrare il viaggio è stato «We No Speak Americano», lanciato nell’estate 2010 dal gruppo Yolanda Be Cool, moderna rivisitazione di «Tu vuo’ fa’ l’americano» di Renato Carosone. E poi le canzoni più amate dai sudamericani e non solo. Sui ritmi caraibici si è scatenato De Sanctis, che ha cominciato a ballare nel corridoio dell’aereo, incoraggiato dagli applausi dei compagni e dei tifosi ammessi a bordo, tra i quali Nicola Arnone, presidente del gruppo Acqua Lete, e il presidente del Vomero basket femminile, Pasquale Panza. I tifosi hanno dedicato cori ad Hamsik e Inler, gli autori dei gol al Madrigal, e uno particolare al capitano: «Cannavaro in nazionale». Le orecchie, a quell’ora, saranno fischiate al ct Prandelli, che ha escluso la chiamata del fratello del campione del mondo, definendolo non abituato a giocare nella difesa a quattro. Poco prima di scendere dall’aereo, ai giocatori era stata comunicata dai collaboratori di Mazzarri la notizia del giorno di riposo concesso dal tecnico: niente allenamento ieri, un meritato «premio» dopo lo storico passaggio del turno.
Quarta e ultima tappa della festa a Capodichino, dove la squadra è sbarcata alle 3.40, dopo aver risparmiato venti minuti rispetto al viaggio d’andata. Nel viale dell’aeroporto e in viale Maddalena erano radunati da ore migliaia di tifosi. Almeno cinquemila, con bandiere azzurre e sciarpe. Sono improvvisamente apparsi i chioschi dei venditori di panini e birre per stemperare l’attesa. La dottoressa Giuseppina Lanni, responsabile della Polaria, ha coordinato il servizio d’ordine, affidato a poliziotti, carabinieri e finanzieri. Chiusi tutti i varchi, esclusa una porta nella sala partenze, attraverso la quale sono stati fatti uscire giornalisti e tifosi che avevano viaggiato con il Napoli. La squadra ha lasciato l’aeroporto attraverso un varco secondario, ma il pullman grigio con le immagini di Hamsik, Lavezzi e Cavani dipinte sui lati è stato visto dai tifosi. A bordo di moto e auto hanno seguito gli azzurri fino allo stadio e al centro di Castelvolturno, dove sono scesi tecnici e giocatori. Stava per avvicinarsi l’alba ma nessuno avvertiva stanchezza e aveva voglia di addormentarsi. Si sognava ad occhi aperti.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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