Intervenuto in conferenza stampa, Delio Rossi, ormai ex tecnico della Fiorentina, ha fatto una lunga premessa prima di proseguire con qualche ultima battuta in merito al suo esonero ed al gesto che è costato il suo posto di lavoro: “Per me è difficile in questo momento essere qui. Sono venuto qui per dare un saluto alla città di Firenze, come quando sono arrivato, anche ora che sto per andarmene. Non mi sono preparato niente, andrò a braccio, non sono bravo con le parole e dirò quello che penso. Molte cose le terrò per me e se ho voglia ne parlerò in un altro frangente. Purtroppo dopo quanto successo la mia avventura, nella quale ho creduto e credo ancora, è finita. Ringrazio la famiglia Della Valle per avermi dato la possibilità di seguire questa avventura nel presente e, speravo, anche nel futuro. Sono dispiaciuto e chiedo scusa per l’episodio, chiedo scusa alla gente di Firenze, chiedo scusa ai miei giocatori, chiedo scusa alla mia società ed anche all’Aic. Però, ci tenevo su una cosa: ho visto in questo frangente delle cose che mi hanno dato fastidio, molti moralisti e perbenisti si sono permessi di dare dei giudizi senza aver vissuto la situazione e senza sapere la storia di un uomo. Senza sapere di chi parlavano. La storia di un uomo se volete ve la racconto io: di un ragazzo che ha iniziato ad allenare i bambini del Foggia per portarli fuori dalle strade, ha allenato il settore giovanile, ha allenato gli operai nel dopo-lavoro, ha lavorato nei campionati polverosi di Serie C, ha allenato in Serie A perché ha vinto i campionati e, quando non l’ha fatto, ha ricominciato dall’inizio. Io ho solo pensato a lavorare, sono sempre rimasto fedele alla cultura del lavoro e continuerò ad esserlo, ma su 2-3 punti fermi non transigo: il primo è il rispetto della mia persona, il secondo è il rispetto del mio lavoro, il terzo è il rispetto per la mia squadra, ma soprattutto il rispetto per la mi famiglia, quando questo avviene allora non va bene. Tutto questo perbenismo e quest’ipocrisia conseguente al gesto mi hanno dato fastidio. Si dice che se ero più furbo lo avrei fatto dentro lo spogliatoio, ma altrimenti sarebbe passato come gesto virile o sanguigno, mentre davanti alle telecamere passa solamente come gesto di violenza? Non penso sia giusto. Se è deprecabile, lo è davanti alle telecamere e dentro gli spogliatoi. Io non ho mai detto di essere Padre Pio. Ho sempre detto ai miei ragazzi chi è Delio Rossi e non ho mai alzato le mani verso nessuno, manco verso i miei figli. Ho sbagliato, pago e pagherò. C’è però un bel proverbio: ‘prima di dare un giudizio devi camminare per due giorni con i suoi mocassini’, è un proverbio indiano. Io non devo vendere niente, non voglio essere il paladino di nessuno, non l’ho mai fatto, credo in quello che faccio e un’altra cosa: molte volte ferisce più la lingua della spada. Io son sempre stato uno che è andato avanti per la sua strada credendo in certe cose e continuerò a crederci, ma su certe situazioni non transigo. Chiedo scusa per il gesto, di cui sono pentito, sto già pagando, ho pagato e pagherò. Grazie, scusate se sono andato a braccio”.
Un ultimo saluto alla gente di Firenze: “Non voglio sottrarmi alle domande. La gente di Firenze sa che la barca è quasi in porto, va solo ancorarla, ma la palla rotola ancora. Poi avremo modo e maniera di parlare di questa stagione, di ciò che è accaduto e dunque alla gente dico solamente di stare vicino alla squadra in queste ultime due partite, alla famiglia Della Valle ed ai giocatori. I giocatori e gli allenatori passano, ma i giocatori rimangono”.
In merito allo striscione appeso dai tifosi con la scritta “Io sto con Rossi!” ed il concetto di dover rispettare un’etica di squadra all’interno di un ambiente dove dalla gente non viene considerato l’allenatore il giusto capro espiatorio di una situazione di classifica grave: “Un giorno, quando mi andrà di parlarne, lo farò. Il fatto dei due partiti non lo trovo giusto. L’evento c’è stato, è quello. Non voglio giustificare un comportamento, non le faccio queste cose. Io voglio solo giudicare il mio operato, non altre situazioni. Avremo modo e maniera per parlare di questo. Ci tenevo solo a salutarvi, perché la mia avventura è finita, magari non come volevo che finisse, e dare un senso ad un gesto accaduto, deprecabile, ma umanamente anche giustificabile”.
Fonte: calcionews24.com
La Redazione
C.T.
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