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Del Bosque ‘si arrende’ e chiama Calleti: “Forma eccezionale, ci servono persone dai piedi buoni”

Da Mourinho a Del Bosque, passando per Benitez: i maestri della carriera di Callejon

Un avvio di stagione strepitoso, come confermano le otto reti già segnate nelle prime dieci di Serie A, non è passato inosservato neppure in Spagna e finalmente arriva l’anelata chiamata di Vicente Del Bosque. José Maria Callejon approda finalmente alla nazionale maggiore e, complici le defezioni illustri di David Silva e Iniesta, con ogni probabilità debutterà da titolare fin dal prossimo confronto con la Bielorussia, valido per le qualificazioni ai prossimi Europei, che si celebrerà il 15 novembre a Huelva e, tre giorni dopo, potrebbe disputare una porzione di partita pure nell’amichevole extralusso di Vigo, contro la Germania.

FINALMENTE. Ha dovuto pazientare un po’, ma a 27 anni e un’infinità di chilometri percorsi, ecco la Roja. Era ora, almeno secondo la stragrande maggioranza dei media spagnoli, che fin dal triennio nelle fila dell’Espanyol, richiedevano a gran voce l’inserimento nella lista di Don Vicente dell’instancabile Callejon. «Abbiamo bisogno di gente con i piedi buoni, che sappia aprire il campo e abbia confidenza con il gol», il commento del selezionatore iberico, interrogato sulla chiamata di Callejon e di Nolito. «Opportuno approfittare del loro brillante stato di forma». Oltre al capocannoniere del campionato italiano e al compagno di club Raul Albiol, ormai un classico di Del Bosque, è stato convocato per la prima volta anche lo juventino Morata, preferito al più esperto Fernando Llorente. «Tutti i giocatori in possesso di un passaporto spagnolo sono dei potenziali nazionali per me. Non parlate di bocciature definitive». Nulla è perduto, dunque, per il Re Leone.

PUPILLO DI MOU. Cresciuto nella “fabrica”, il mitico settore giovanile del Real Madrid, che in passato ha forgiato fuoriclasse del calibro di Butragueño, Michel e Sanchis, solo per citarne alcuni, Callejon si è fatto notare con le sue prestazioni del Castilla, la squadra “filial blanca”, in cui giocava anche il gemello Juanmi. Dopo aver siglato 21 reti nella stagione 2007/08, il passaggio all’Espanyol. Tre anni fondamentali per il ragazzo che, cresce a tal punto da guadagnarsi la chiamata di Mourinho, che lo rivuole a Madrid. Diviene l’asso nella manica del portoghese, che ne fa il dodicesimo titolare. Il futuro napoletano, parte spesso e volentieri dalla panchina, ma gioca sempre, facendosi trovare pronto in ogni circostanza. Attaccante esterno, trequartista, ala, interno di centrocampo e pure terzino. Fondamentale il suo apporto per la conquista della Liga 2011/12. La nazionale, però, la trova solo una volta a Napoli.

Fonte: Corriere dello Sport

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