Morgan il pirata, ma anche il guardiano. E se proprio vogliamo abbondare, oltre al guardiano anche il faro. E il Morgan tuttologo ci piace ancora di più, perché lui fa la guardia alla porta ed unitamente illumina il campo, con le sue grandi parate ed i suoi pensieri sempre positivi. Un faro per i compagni, una luce sempre Mazzarri lo considera uno dei suoi titolarissimiaccesa per una porta che è molto spesso serranda, che il più delle volte gli avversari vedono ridursi ad una poco inquadrabile cruna di ago. “Morgan, Morgan, Morgan…” dalla curva si leva il coro di chi ne ha fatto ormai una bandiera, e c’è da giurare che sono tantissimi. Sempre di più. Messi subito al bando i cercatori di peli nell’uovo e i denigratori improvvisati, l’uno azzurro è stato dichiarato più che mai patrimonio “SSCN”, membro riconosciuto nel “sancta sanctorum” della Napoli calcistica. Ed il valore della fede, della coerenza, dell’integrità morale, di solito non hanno prezzo. Ma Morgan De Sanctis da Guardiagrele non è solo guardiano, faro e parole assennate. E’ anche il ballerino coinvolgente che si esibisce sull’aereo dopo la trasferta “pirata” di Vila Real, è anche il saltatore del “chi non salta juventino è” , quello ultimissimo di mercoledì, all’inaugurazione dello stadio “Ferrante” di Piedimonte Matese. E chi non vorrebbe un portiere così, uno che anzitutto non “li” prende, e poi non le manda a dire.
PIRATA DI LUNGO CORSO -Nella sua lunga carriera, iniziata nel ’94, non ci sono stati veri e propri periodi bui, tranne i chiaroscuri esteri tra Spagna e Turchia e nostrani con la Juve. Ma poi a Pescara, Udine e qui, nelle avventure più lunghe, il portiere si è sempre comportato in maniera egregia. Tanto da rientrare a pieno titolo tra i punti di riferimento di un Prandelli, ct della nazionale che, per premiarne la bravura e professionalità, l’ha fatto giocare nella sua Pescara contro l’Irlanda del Nord. Perché Prandelli sa benissimo che gli hobby di Morgan sono il lavoro e l’umiltà. Di questi non ne può fare a meno. “Se non ci fosse Buffon, sarebbe lui il titolare” asserzione girata spesso e un po’ dappertutto, di certo non un’esagerazione. Lui sorride e ringrazia per poi rituffarsi negli allenamenti meticolosi, nello studio ininterrotto di avversari e rigoristi.
IL CASTIGA GOMEZ -A proposito di rigoristi, se diciamo Mario Gomez di sicuro al tedesco fischierà un orecchio, visto che le manone di De Sanctis hanno attirato quel rigore al San Paolo come calamite, ed il presidente De Laurentiis si è sciolto in un brodo di giuggiole: “A Morgan un monumento…” andava ripetendo subito dopo l’impresa. E nella qualificazione agli ottavi di Champions c’è anche molto di suo, questo è molto ed è sicuro.
E PERÒ -Adesso però cerchiamolo noi il pelo nell’uovo. Oltre ai vari numeri a favore (a quota 112, il più presente fra gli azzurri, record di Castellini infranto con 799′ di imbattibilità casalinga) va detto pure che s’è acceso un piccolo campanello d’allarme in controtendenza a quello di fine 2011. Allora, dopo 6 partite in Europa, il Bayern è stata la prima squadra straniera a fargli gol a Fuorigrotta, adesso sono 8 partite consecutive di campionato (dal dopo Napoli-Lazio) che viene battuto. Incombe Siena-Napoli , e al Franchi si potrebbe provare a spezzare la catena. E’ un momento un po’ così: la squadra e soprattutto la difesa vanno registrate, anche se le responsabilità del pirata sono molto relative.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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