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De Sanctis: “Quattro anni meravigliosi a Napoli, ma ho colto l’opportunità Roma”

Non è certo la personalità che manca a Morgan De Sanctis, presentato ieri ufficialmente alla stampa.

De Sanctis, obiettivi personali e di squadra?
«A questo punto della carriera la Roma è l’ennesima sfida, forse l’ultima grande sfida del mio percorso. Arrivo con grande entusiasmo e tanta voglia di far bene. Per quanto riguarda la squadra l’obiettivo fondamentale minimo è quello di riportare i colori giallorossi in Europa. Lo merita questo club, lo meritano i tifosi».

Che ruolo può avere la Roma in campionato?
«La Juve è davanti a tutti. Il Napoli ha cambiato qualcosa, forse più di quello che si pensava, ma l’organico è competitivo. Le altre concorrenti: Fiorentina, Milan, ma anche noi con la Lazio e l’Inter. Sette squadre per cinque posti più la Coppa Italia. Insomma, la griglia competitiva è numerosa e noi dobbiamo partire bene e fare le cose subito al meglio».

Il gap della Roma dalla vetta?
«Il Napoli ha dimostrato sul campo di andare sempre oltre le aspettative iniziali. La Roma è forse al di sotto sulla carta di alcune formazioni, ma io dopo aver conosciuto il contesto e i compagni di squadra, l’allenatore, sono convinto che si possa fare qualcosa di importante. Lo pensavo prima di arrivare, ne sono ancor più convinto. A livello tecnico e tattico siamo forti, dobbiamo costruire una mentalità forte, vincente, compatta, con giocatori che pensino agli interessi di tutti e non a quelli personali. La differenza sta nel carattere dei giocatori. La Juve è più forte per questo».

La Roma ha cercato un portiere d’esperienza.
«Sento di avere le caratteristiche giuste per far bene il mio lavoro anche qui. Ma nel mio ruolo quello che fa la differenza è il contributo che il resto del gruppo dà nella fase difensiva. Nelle passate stagioni è mancata prima la squadra dei portieri. Per me Stekelenburg ad esempio è fortissimo. Credo molto nel valore emotivo. Sono 20 anni che gioco da professionista. Sono stato giovane, adesso lo sono un po’ meno: mi è sempre piaciuto avere a che fare con giocatori generosi, che sappiano aiutare il compagno in difficoltà. Ce ne sarà bisogno. Sono qui anche per andare oltre l’aspetto tecnico, per dare una mano a far crescere i ragazzi. Se c’è da dire una parola in più non mi tiro indietro. E’ importante che il portiere cominichi coi compagni».

Com’è stato l’approccio con Rudi Garcia?
«Mi piace molto il nostro allenatore, il suo modo di porsi. In venti giorni la cosa migliore è stata proprio il tecnico. Perchè dei risultati che aveva ottenuto si sapeva. Ma avevo la curiosità di conoscerlo e di capire come gestiva il gruppo. Ecco, conoscendolo, sono ancora più fiducioso. Differenze con Mazzarri? Il modulo. Io sono qui da 20 giorni, lui da due mesi. Ha avuto la capacità di apprendere l’italiano in maniera chiara e questo anche è importante».

L’addio al Napoli?
«Quattro anni meravigliosi, ho lasciato una società importante. Ma avevo percepito dei messaggi neanche tanto cifrati in cui c’era una volontà di guardare al futuro nel mio ruolo. Sono molto orgoglioso e non potevo restare indifferente. Alla mia età e a questo punto della carriera voglio assumermi in pieno tutte le responsabilità. C’è stata l’opportunità Roma, club importante e con un progetto serio. Ho chiesto così di cambiare. All’inizio De Laurentiis non voleva saperne ma alla fine abbiamo risolto tutto, anche se ci sono stati momenti di attrito per ragioni di cui non voglio parlare. Sono stato felice a Napoli, lo sono anche qui a Roma».

Razzismo a Roma e all’Olimpico?
«Non è questione di razzismo, ma di ignoranza e maleducazione di alcune frange di tifosi. Succede un po’ ovunque. Speriamo che la punizione della Curva Sud chiusa possa servire ad isolare quelle teste che invece rovinano un contesto di festa e di sport. Peccato dover esordire nella prima di campionato in casa senza l’apporto del settore storico dei tifosi giallorossi»

Fonte: Corriere dello Sport.

La Redazione.

D.G.

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