La sua ultima apparizione tra i pali della Nazionale risale a tre anni fa. Era il 19 novembre 2008, ultimo match dell’Italia campione del mondo tornata sotto la guida di Lippi dopo la chiusura del breve ciclo di Donadoni. Finì 1-1 in Grecia. Da allora Morgan De Sanctis è passato dalla panchina alla tribuna, mai più visto in campo. E per tredici mesi – dal mondiale in Sudafrica al match con la Spagna del 10 agosto scorso – è stato lontano dal club Italia. Sembrava che Prandelli, l’erede di Lippi, lo avesse bocciato a dispetto delle ottime prestazioni con la squadra di Mazzarri e invece, dopo l’infortunio di Viviano, il portiere del Napoli è rientrato nel giro. Buffon, Sirigu e De Sanctis, ecco i tre portieri che sono stati convocati per le prime partite della Nazionale in questa stagione. E per Morgan, che non ha saltato una gara tra campionato e coppe europee da quando gioca con gli azzurri (il turnover soltanto in occasione di una partita di coppa Italia sul campo della Juve, gennaio 2010), ci sarebbe la possibilità di tornare tra i pali dell’Italia martedì a Pescara, ultimo match del girone delle qualificazioni europee contro l’Irlanda del Nord. Un impegno per onor di firma perché gli azzurri si sono già assicurati il pass per il campionato continentale.
De Sanctis se lo augura anche perché lui è abruzzese di Guardiagrele, in provincia di Chieti, e ha cominciato la carriera nel Pescara, parando un rigore di Vieri, allora bomber del Venezia. Poi la scalata verso il vertice. La Juve (lo scudetto vinto da riserva nel 1999), l’Udinese, le esperienze all’estero con Siviglia e Galatasaray. Nel 2009 il ritorno in Italia e la firma del contratto con il Napoli, quell’impegno che stava per saltare perché c’erano problemi per i guantoni e i diritti di immagine, risolti grazie al lavoro diplomatico del procuratore Federico Pastorello e dell’ex dg Pierpaolo Marino. «Napoli è stata una grande occasione per me e sono felicissimo di essere qui», ha spesso detto il portiere, che potrebbe chiudere la carriera in azzurro. Vorrebbe entrare nella storia, vincendo il terzo scudetto: lui dopo Garella e Giuliani. Intanto, ha incassato i complimenti di un monumento come Zoff. «De Sanctis migliora nel tempo: ha raggiunto livelli altissimi», ha evidenziato il Commendatore Dino.
Prandelli potrebbe concedere a Morgan la gioia di giocare davanti ai suoi ex tifosi, a pochi chilometri da casa. Quando nella primavera 2010 la Nazionale di Lippi si recò in Abruzzo, a un anno dal terremoto, lui si commosse profondamente: non immaginava di assistere a certe scene nella sua terra. Poi l’esperienza ai Mondiali, finita male, con quell’eliminazione contro la Slovacchia di Hamsik. De Sanctis, come Marek, è uno dei protagonisti delle straordinarie stagioni napoletane. «Si è creato un grande gruppo e lavoriamo in perfetta sintonia con Mazzarri», ha spiegato l’esperto portiere che continua ad avere tifosi personali a Siviglia. Titolari di un ristorante in centro, lo seguono dovunque. Dopo l’addio di Iezzo, l’uomo della doppia promozione dalla C1 alla A, Morgan ha preso il numero 1 e punta a raggiungere prestigiosi obiettivi, lottando per la qualificazione agli ottavi di Champions e per lo scudetto.
Quarantasei convocazioni in Nazionale, appena tre le presenze. Prima della gara in Grecia di tre anni fa c’erano state, ai tempi dell’Udinese, le apparizioni nel 2005 contro l’Islanda (30 marzo) e la Moldavia (12 ottobre). Dopo il 2008, solo tribuna e panchina. «Essere rientrato nel giro della Nazionale è stato un grande onore e spero di poter continuare a restare in questo gruppo. Sarebbe una grande soddisfazione alla mia età», ha detto il portiere, trentaquattr’anni compiuti nello scorso marzo.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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