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De Sanctis non prende gol da 430 minuti

Mazzarri e Frustalupi hanno trovato i rimedi per le reti subite

Per il “mal di gol” non esiste un rimedio preciso, non c’è pillola che possa curarlo né balsamo che possa alleviarlo. Ma bisogna più che altro fare molta attenzione, cioè “coprirsi” bene e applicare alla lettera gli schemi. Nel nostro caso il “mal di gol” non è quello che viene agli inariditi attaccanti, ma quello che assale la difesa e la perfora a ripetizione, anche in un amen, creandole un profondo senso d’imbarazzo e non pochi patemi per eventuali ricadute. Le cause? Quelle a volte si determinano meglio, ma non è detto che, una volta individuato il problema, lo stesso si risolva in automatico. Nel calcio almeno funziona così.

 

LA SBANDATA – Il Napoli la sbandata l’aveva presa e pure bella, ove si pensi che De Sanctis, prima dell’uscita dallo stato di “crisetta” aveva subito ben 16 reti in 9 partite consecutive, partendo da Atalanta-Napoli del 26 novembre, per finire a Genoa-Napoli del 29 gennaio. E parliamo di campionato! Una gragnuola di gol al passivo in poco più di due mesi, un piccolo ma per fortuna reversibile record negativo che aveva portato la difesa azzurra alla stregua delle più battute in campionato. Leggerezze o caso? Sbadataggini o mancata applicazione degli schemi? Se ne possono dire di tutti i colori, anche che i filtri del centrocampo non funzionavano, o che la testa era alla Champions (quello però non era nemmeno periodo di “musichette”) ma, siamo ancora lì: cause e cura spesso sono imprecisate e, per contro, la guarigione può arrivare all’improvviso.
IL BUNKER – E così è stato. Come d’incanto la sofferenza s’è dileguata, la porta s’è chiusa senza preavviso o soluzione di continuità: il Napoli ha sviluppato insormontabili anticorpi e dal 29 gennaio non ne prende più. Precisamente dal minuto 36 del primo tempo, con Gilardino ultimo a bucare De Sanctis e, naturalmente, i tre più prossimi a lui. Un mese di porta inviolata, quattro turni di campionato a rappresentare un’inversione di tendenza che fa ben sperare, gli azzurri non hanno raccolto il pallone dalla propria rete né col Cesena e Chievo in casa, né in trasferta a Milano e Firenze. Bravi, bene, continuate così: probabilmente Mazzarri e soprattutto Frustalupi (è lui che si occupa maniacalmente della fase difensiva) hanno disinnescato balbettii e affini. Probabilmente ci si è messo pure il caso, probabilmente i “guardaporta” hanno ritrovato l’auspicata concentrazione. Adesso va, e pure bene, sono circa 430 i minuti d’imperforabilità, a fronte di 4 partite e mezza (abbiamo incluso anche i 54 minuti di Genova), cosa mai successa in questo campionato.
I GUARDIANI – In queste ultime quattro partite non sempre la difesa è stata quella dei titolarissimi. Anzitutto Rosati ha avvicendato (bene) De Sanctis all’ultima con la Fiorentina, poi Britos ha giocato a Cesena, con il Chievo e la Fiorentina, e Grava con Chievo e Fiorentina (subentrato a Campagnaro), sicché, s’è visto che pur cambiando, il bunker ha tenuto molto bene. La cura funziona seguendo i suoi “misteriosi” percorsi e potrebbe mettere al riparo la difesa azzurra anche dai frombolieri nerazzurri. Stanotte c’è l’Inter, e nessuno ha intenzione di riaprire quella porta.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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