De Sanctis: “Nel Napoli si gioisce e si soffre insieme”

Il portiere azzurro: "Il passaggio agli ottavi è stato un momento davvero emozionante"

Nello spogliatoio del Napoli c’è anche il partito dei saggi. E’ presieduto da Morgan De Sanctis ed è composto da Grava, Colombo, Lucarelli, Aronica. Intervengono nelle questioni più spinose, si fanno sentire quando c’è da scuotere il gruppo, hanno sempre un consiglio da dare ai più giovani. Un partito ristretto che però ha grande peso politico tra le quattro mura dello spogliatoio. Confida De Sanctis, oltre trecento presenze in A di cui trentanove all’estero (8 a Siviglia e 31 al Galatasaray): «Siamo un po’ come il presepe napoletano, ci sono tanti piccoli elementi che contribuiscono a formare un grande gruppo. In questi due anni e mezzo, il Napoli ha dimostrato di essere una grande famiglia: mai uno screzio tra di noi, mai un malumore di troppo. Anzi si è riusciti a creare proprio una bella armonia. Si soffre e si gioisce tutti insieme. Pensate che prima delle feste natalizie, il terzo portiere Colombo ha voluto regalare a tutti i compagni alcuni dolci tipici, questo testimonia quanto sia un bravissimo ragazzo oltre che un grandissimo professionista. E che si è integrato alla perfezione nonostante non abbia quasi mai giocato». 
De Sanctis funge praticamente da chioccia. Sa essere severo con quelli più impertinenti ma burlone al tempo stesso. Di ritorno dal Vila Real, dopo la qualificazione agli ottavi di Champions, sull’aereo che riportava la squadra a Napoli, infilò un turbante azzurro in testa e improvvisò un balletto che fece scoppiare dal ridere tutti, Mazzarri compreso. E dopo la partita con la Roma ha cercato di sdrammatizzare: «Nelle feste meglio non abusare a tavola, non vorrei ripetere quanto fatto con la Roma….». Insomma, un personaggio che se non ci fosse stato, il Napoli avrebbe dovuto cercarlo. Professionale, scrupoloso, spiccato senso del cameratismo. De Sanctis, uno degli stakanovisti del gruppo (sempre presente, in Champions come in campionato), ricorda l’anno che sta per passare con soddisfazione: «La penultima giornata dello scorso campionato, quando centrammo l’aritmetica qualificazione alla Champions League, pareggiando con l’Inter al San Paolo, resta una delle pagine indimenticabili. E poi, la gara di Manchester e quella di Vila Real. Col City, tutti ci indicavano come la vittima sacrificale, invece dominammo nella ripresa sfiorando anche la vittoria. In Spagna invece è stata una gara memorabile perché con il successo al Madrigal abbiamo ottenuto l’accesso agli Ottavi. Insomma, un anno ricco di belle pagine, indimenticabile». 
Il portierone del Napoli, che nel 2011, ha anche indossato la maglia della Nazionale nella sua Pescara, parla dei suoi compagni: «Le prodezze di Cavani lo fanno salire alla ribalta, ma come calciatore Lavezzi è fondamentale. Il Pocho è di una generosità unica, è l’anima caratteriale di questa squadra».
Infine, un’annotazione sulla città, prima di recarsi a Dubai e trascorrervi il Capodanno in compagnia della famiglia Cannavaro: «Napoli resta una città magnifica. Ha qualche problemino che viene enfatizzato dai media, ma sono questioni che caratterizzano tutte le grandi metropoli. Si sta bene. E se la squadra continua a viaggiare così, ancora meglio». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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