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De Sanctis: “Napoli, prendiamoci la Champions”

Grande carica per il portiere azzurro, la Champions è davvero ad un passo e guai cali di tensione

Pirata di una squadra “corsara”. Se possibile. Perché prendendo i tre punti di Pescara, il Napoli si metterebbe ancor più a distanza di sicurezza dalle inseguitrici. Ora, posto che la distanza di sicurezza sussiste ed oltretutto rassicura, il massimo sarebbe spalancare di colpo e definitivamente la porta-Champions (quella principale). Ma, sempre con calma e gesso, poiché la fretta di arrivare potrebbe essere una delle consigliere meno affidabili. Dunque, fatti ma anche parole, se servono ad introdurre e rafforzare le azioni. Nove punti da prendere al volo, tanti ne urgono e tutti lo sanno: figuriamoci lui che è il numero uno. E allora: “torna, sta porta aspett’ a te…”, e intanto parliamone pure un po’.

GLI ALBORI  «Le giovanili e poi i primi tre anni da professionista in biancoazzurro (1994/97). Per me sarà un’emozione particolare, anche perché, da quell’ultimo anno, non c’è stata più opportunità di tornare a Pescara con squadre di club», ma con la Nazionale dieci minuti giocati nell’ottobre 2011 contro l’Irlanda del Nord (3-0) per le qualificazioni ai mondiali, ndc). Morgan de Sanctis, Pirata assennato, scioglie pillole di saggezza nel “salottino” di Radio Marte, dopo aver saltato il Cagliari per squalifica. Cartellino giallo fatidico rimediato a San Siro, contro il Milan: «Era già accaduto in altre in altre circostanze, sempre per perdita di tempo. Non lo faccio apposta, riprendo sempre il gioco sulla destra, assecondando le nostre soluzioni migliori. In trasferta i raccattapalle cercano di infastidirmi, a volte ci riescono: provo a spiegarlo all’arbitro ma, evidentemente, non è sereno nel giudizio e non può fare a meno di ammonirmi. E’ la prima volta, in carriera non ero mai stato squalificato».

IL SECONDO POSTO  «La vittoria col Cagliari è stata fondamentale, però non dobbiamo abbassare la guardia. C’è grande entusiasmo, ma per noi conta solo la prossima partita. Mancano cinque gare, abbiamo bisogno di nove punti e sarebbe fondamentale conquistarli prima dell’ultima giornata, evitando di giocarci il tutto per tutto contro la Roma. E’ vero che abbiamo creduto allo scudetto. Avevamo lo scontro diretto al San Paolo che non è andato per il meglio: bisognava vincere e non ci siamo riusciti. Dopo di noi, la Juve ha vinto sei partite di seguito, conquistando 18 punti. Noi solo 13, e perciò non ho problemi a dire che loro hanno meritato lo scudetto. La Champions? Il calcio tedesco si sta muovendo bene da diversi anni sotto tutti i punti di vista. Anche il Borussia non è lì per caso e, tra l’altro, è un club blasonato. Stanno facendo un lavoro organizzativo eccezionale, con stadi stupendi e format nuovi. Hanno quattro squadre qualificate in Champions».

RAZZISMO «E’ un pessimo costume. La discriminazione non è soltanto razziale, ma c’è anche quella territoriale, sessuale o religiosa. Nei confronti dei nostri tifosi c’è quella territoriale, e non viene punita. Un motivo di riflessione in più per chi deve giudicare». 

FUTURO «Matteo Perin? Credo che per essere il portiere del Napoli bisogna avere un background importante. Chi dovrà sostituirmi, e può succedere tra due mesi o tra dieci anni, deve avere esperienza adeguata per gestire le pressioni della piazza. Giocare nel Napoli crea delle tensioni che uno può vivere al Galatasaray o nel Fenerbahce, ma quelli di Juve, Bayern e Barcellona non arrivano a certi livelli. Servono elementi adatti. A Napoli le difficoltà sono superiori, ma quando si raggiungono grandi risultati, anche le soddisfazioni diventano superiori. Mazzarri e Cavani? Non hanno bisogno di consigli, ormai conoscono la piazza e quindi sanno pure che vale la pena di fermarsi sino a che c’è entusiasmo. Noi si pensa al match di domani. Loro non avranno pressioni, e a Roma meritavano la vittoria, per cui non sarà una passeggiata quella dell’Adriatico. Dobbiamo far crescere il distacco cominciando proprio da Pescara».

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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