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De Sanctis: “Napoli, dammi un finale esagerato”

Il portiere azzurro: "A Bologna sappiamo che non possiamo commettere errori"

Ragionamenti, sogni di un po’ d’anni fa. Cinque per la precisione. Era infilato ancora nella maglia dell’Udinese quando gli chiesero di quale squadra, un giorno, gli sarebbe piaciuto essere il portiere. «Una squadra inglese -rispose- in Italia, invece, mi piacerebbe il Napoli. Perché a Napoli il calcio è vissuto in maniera assai particolare. Sì, l’idea di diventare un giorno il numero uno del Napoli mi affascina parecchio». Morgan De Sanctis lo raccontò senza sapere che stava solo anticipando il suo destino. Il Napoli, infatti, a quel tempo per lui non era neppure all’orizzonte.  Bene. Cinque anni dopo, eccolo Morgan, il pirata della porta azzurra. L’uomo delle parate decisive. Magari stilisticamente non da mettere in cornice, però determinanti. Come in avvio di gara col Palermo, giusto per restare all’ultima partita. Insomma, De Sanctis il suo sogno l’ha realizzato. E che sogno! Perché lui di questo Napoli è protagonista. E, fors’anche per esperienza e per età, anche un po’ anima. Un po’ grillo parlante. Come quando manda un mezzo messaggio al signorino Pocho. «Non so che cosa farà Lavezzi a fine stagione, ma – racconta – sappia che, dovesse andar via, da nessun’altra parte troverebbe la simpatia e l’affetto che gli hanno dato e gli danno i napoletani». 

A CUORE APERTO – Parla di Lavezzi, De Sanctis, ma un po’ pensa a se stesso. Perché il suo impegno scadrà alla fine della prossima stagione e ancora non s’è seduto a discutere col club. «Io ho intenzione di giocare ancora per due o tre stagioni, e sarei felice di chiudere la mia carriera in maglia azzurra. Se il Napoli vuole -e questa lo butta là senza inutili giri di parole- sono pronto a prolungare il mio contratto». Già, ma il Napoli lo vuole? Sì, se è vero come è vero che c’è già un mezzo appuntamento con il presidente. Solo questione di tempo, insomma, per una nuova intesa. Ma senza neppure troppa fretta. Del resto, è lui il primo ad affermare che: «Questo non è tempo di mercato. Ora non possiamo che aver pensieri soltanto per gli ultimi due match di campionato e per la finale della coppa Italia». 

Bologna, allora. Bologna prossima e penultima tappa di quest’assalto al terzo posto. Ma come ci arriva il Napoli a quest’appuntamento? «Il successo col Palermo ci ha messo addosso l’entusiasmo giusto. Bologna sarà la nuova, ennesima frontiera per la Champions. Sappiamo bene che non ci sono più margini d’errore e che a questo punto conta solo la determinazione. Ma siamo motivati e consapevoli della nostra forza », afferma il portiere azzurro, convinto che il Napoli ha saputo cambiar registro al momento giusto. «E’ proprio così. Nelle ultime partite la squadra ha cambiato passo e mentre gli altri perdevano colpi noi abbiamo ricominciato a cogliere successi e punti d’oro».

L’INGIUSTIZIA – Successi e punti che hanno spazzato via critiche e pessimismi. Ma la squadra come l’ha vissuti quei momenti neri? «Capisco la delusione, che era anche la nostra, per quelle tre sciagurate sconfitte una di fila all’altra, ma in quei momenti sicuramente negativi nei nostri confronti certi giudizi sono stati eccessivamente duri, severi. Alcuni persino distruttivi».  Un’ingiustizia? «Un’ingiustizia, certo. Perché la stagione del Napoli, da qualsivoglia angolo la si guardi, è stata assai felice. Vogliamo parlare della Champions? Ebbene, in finale ci sono due squadre contro le quali non abbiamo sfigurato. Il campionato? Siamo in corsa per il terzo posto e non mi sembra poco. La coppa Italia? Il 20 maggio ce la giocheremo con la Juve. Già così sarebbe una bellissima stagione, ma non ci accontentiamo. Vogliamo che diventi fantastica. Anzi, di più: che sia addirittura straordinaria».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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