Un teste. Solo un testimone. Morgan De Sanctis è stato ascoltato ieri in via Po, sede della Procura federale, in qualità di teste. Su di lui, sul portiere del Napoli e della Nazionale di Prandelli non ci sono accuse o ipotesi di reato. Perché, sia chiaro, tra i tesserati del Napoli, che pure dovranno comparire venerdì prossimo al cospetto del procuratore federale Palazzi, c’è solo un indagato: l’ex azzurro Matteo Gianello accusato di frode sportiva in relazione a Sampdoria-Napoli. Tutti gli altri, da Cannavaro a Grava e Mazzarri – che figurano nell’elenco delle persone che la Procura vuole ascoltare – sono soltanto dei testimoni.
L’audizione di Morgan De Sanctis, prevista inizialmente per domani, nell’ambito dell’inchiesta sul filone napoletano del calcio scommesse, è stata anticipata di 48 ore su esplicita richiesta dell’estremo difensore azzurro: essendo ancora a Roma dopo il rientro di lunedì da Kiev e il ricevimento al Quirinale dinanzi al presidente Napolitano, il portiere del Napoli ha chiesto di essere sentito subito, e nel pomeriggio è stato interrogato negli uffici della Procura Federale.
De Sanctis era già stato ascoltato dalla Procura di Napoli, lo scorso 12 gennaio. Negando, in quell’occasione, come peraltro ha ripetuto ancora ieri, di non essere «a conoscenza del coinvolgimento di calciatori del Napoli in scommesse», né di aver mai «sentito parlare di progetti relativi all’alterazione di risultati delle nostre partite».
A proposito di Gianello, dinanzi ai pm napoletani spiegò che era «non eccellente» il rapporto con uno l’ex terzo portiere. Inevitabile poi per il portiere «escludere le fantasiose ricostruzioni o insinuazioni» in merito alla sua reazione di apparente dissenso dopo il quarto gol della sua squadra contro il Lecce, in un’altra gara nel mirino della giustizia sportiva dopo le immagini da dietro la porta diffuse da Youtube. Reazione che per De Sanctis può «apparire di sconforto ma ero solo scarico di tensione».
I pm Antonello Ardituro, Stefano Capuano, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri con il procuratore aggiunto Giovanni Melillo hanno letteralmente «radiografato» il Napoli e i suoi giocatori più rappresentativi. E non sono emersi coinvolgimenti di nessun tipo. De Sanctis, al loro cospetto, sentito per l’appunto come teste, affermò di ritenere «lo spogliatoio del Napoli estremamente sano. Ci siamo sempre impegnati al massimo, anche considerando che la squadra ha sempre combattuto per obiettivi importanti». Sul famoso Samp-Napoli aggiunse: «Ricordo che Mazzarri invitò tutta la squadra, nonostante avessimo già acquisito l’accesso alla competizione europea, ad avere il massimo impegno in quanto da ex ci teneva a fare bella figura». Mentre su Lecce-Napoli rileva: «Certamente giocammo male, ma eravamo scesi in campo naturalmente per vincere».
Venerdì sfilerà il resto della squadra azzurra: l’ex azzurro Matteo Gianello, reo confesso del tentativo di alterazione della gara Sampdoria-Napoli (1-0, del 16 maggio 2010), e poi a capitan Paolo Cannavaro, a Gianluca Grava, al tecnico Walter Mazzarri (anche se la sua audizione potrebbe essere rinviata) e all’ex Giuseppe Mascara.
Intanto il processo d’appello al Calcioscommesse nato dalla seconda tranche dell’inchiesta della Procura di Cremona (considerando anche quella dello scorso anno) e dalle dichiarazioni dei «pentiti» Gervasoni e Carobbio si avvia alla conclusione, ma l’estate della Procura federale entrerà nel vivo solo quando negli uffici di via Po transiteranno gli altri big della serie A, già sotto la lente degli inquirenti delle Procure di Napoli e Cremona (ter). Occorrerà aspettare soltanto un giorno per vedere comparire i primi volti noti al grande pubblico.
Il clou dell’inchiesta della Procura federale ci sarà con Antonio Conte. Il suo interrogatorio era annunciato quanto atteso, ma ora c’è anche una data: sarà ascoltato dalla Procura federale assieme al presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, il prossimo 13 luglio. L’ex tecnico senese e il numero uno dei bianconeri toscani dovranno dimostrare agli 007 federali la loro estraneità nelle presunte combine di alcune partite relative alla stagione 2010/2011, denunciate dai «pentiti» Filippo Carobbio (riconvocato il 10 luglio) e Carlo Gervasoni. Lo juventino rischia quanto meno un’omessa denuncia.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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