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De Sanctis: “La mia svolta? De Laurentiis nell’intervallo di Inter-Napoli…”

Ci sono due mani grandi così a difendere la crescita del Napoli. Due mani che bloccano o respingono le insidie, che hanno permesso a un’intera città di vivere il sogno europeo, in attesa che anche in campionato si riprenda il cammino. Quelle mani sono di Morgan De Sanctis, uno dei protagonisti del ciclo vincente avviato da Aurelio De Laurentiis.
Se ieri pomeriggio Napoli ha vissuto l’emozione del sorteggio degli ottavi di Champions League, molto lo deve anche a dueprodezze del portiere. «La parata più importante è stata quella su Balotelli, contro il Manchester City, al San Paolo. E’ servita per ottenere 3 punti, direi
fondamentali per il passaggio del turno. La seconda, invece, su Mario Gomez, contro il Bayern Monaco, sempre a Fuorigrotta. Quella sera gli ho respinto un calcio di rigore che, diversamente, ci avrebbe condannato alla sconfitta », racconta il numero uno napoletano.

Restiamo in tema, De Sanctis: Cosa ne pensa del sorteggio?

«In ordine di difficoltà, rispetto alle 6 squadre che avremmo potuto incontrare, il Chelsea è la terza. L’organico è forte come quello del Bayern Monaco e del Manchester City, è stato attrezzato per arrivare fino in fondo alla competizione. La partita di ritorno sarà importante, anche se sarà fondamentale non prendere gol al San Paolo ».

Intanto, complimenti: fin qui ha giocato 90 partite consecutive,
va pian piano avvicinandosi al suo record personale di 108 gare stabilito con l’Udinese. Può essere soltanto casualità?
«Affatto. La professionalità, ad un certo punto, paga. Poi ci sono le circostanze che non possono prescindere dalla fortuna. A mepiace curare i particolari, in partita e negli allenamenti».

Da qualche anno, in ogni modo, lei è considerato, in assoluto, tra i migliori portieri italiani. Una crescita continua la sua: qual è il segreto?
«A Napoli ho trovato l’ambiente ideale, negli ultimi 3 anni la squadra ha fatto cose straordinarie e io ho partecipato da protagonista a questo ciclo che mi auguro duri il più a lungo possibile. I risultati giovano a tutti. La determinazione e la continuità hanno fatto di me un grande portiere. Napoli, poi, è una piazza importante, con un richiamo maggiore rispetto ad Udine dove le pressioni sono diverse ».

Eppure, qualcuno ne ha messo in discussione il suo futuro in Nazionale. Perché?
«Sono state avanzate tante candidature e anche alcune auto candidature. Finché le candidature le propongono i giornalisti ci può anche stare. Ma mi sono arrabbiato con chi si è proposto o con quegli allenatori che hanno sostenuto i propri portieri. Allora, ho voluto provocarli e ho detto: bene, voi proponete, ma dite pure chi dovrà essere escluso. Ovviamente, non ci sono state risposte. Io, però, sono sereno».

A sua difesa è intervenuto Gigi Buffon, il capitano e il numero uno della Nazionale: sorpreso?
«No, per niente. Con Gigi ho un rapporto di conoscenza che dura dal 1994, quando ci siamo ritrovati nell’Under 17. Negli ultimi anni questa frequentazione s’è rafforzata e siamo diventati molto amici. E quest’amicizia me la tengo stretta, perché Gigi è una persona di spessore, col quale si può parlare di tutto. La sua è stata e continuerà a essere una carriera straordinaria se ha avuto una flessione l’anno scorso, è stato soltanto per i problemi fisici. Mi auguro che condivideremo insieme il prossimo Europeo».

Non le pare strano che per affermarsi in Italia ha dovuto emigrare prima in Spagna e poi in Turchia?
«In quel periodo s’era creata una situazione particolare con i dirigenti dell’Udinese. Avevo concluso l’ottavo anno e qualcosa s’era inceppato. Pensai che lì non avrei più trovato gli stimoli giusti per andare avanti e così sfruttai l’articolo 17, per svincolarmi, e andai prima al Siviglia e poi al Galatasaray, un’opportunità unica, perché per la prima volta divenni titolare in una grande squadra».

L’arrivo a Napoli, poi, voluto da Pier Paolo Marino.Ma dopo poche settimane, dovette subire gli appunti di De Laurentiis nell’intervallo di Inter-Napoli, a San Siro: cosa pensò in quei momenti?
«Rimasi in silenzio, ma ero sorpreso. Quell’episodio, però, è stato il punto di svolta della mia esperienza napoletana. Se avessi risposto, probabilmente il mio rapporto col presidente si sarebbe incrinato del tutto. Feci finta che non era successo niente e andai avanti convinto che sarebbero arrivati tempi migliori. Così com’è stato, dall’avvento di Walter Mazzarri. Con lui abbiamo avviato il ciclo vincente».

Chi sono i migliori portieri stranieri che giocano nel nostro campionato?
«Julio Cesar, Handanovic e Stekelenburg che è tra i migliori numero uno al mondo».

E tra i giovani nostrani?
«Lamanna del Bari, Leali del Brescia e Bardi del Livorno».

Qual è la sua favorita per lo scudetto?
«Il Milan. E’ la squadra più forte e prima o poi avrà lo scatto che lascerà al palo le antagoniste. Certo la Juventus sta andando come un treno. L’Inter? Potrebbe recuperare, ma qualcosa di più preciso si potrà dire soltanto tra una decina di partite ».

Ed il suo Napoli, De Sanctis?
«Da adesso fino alla ripresa della Champions League, ci sono 9 partite da giocare e ci teniamo a fare quanto più punti possibile. Il nostro obbiettivo resta quello di rientrare nei primi 5 posti».

 

La Redazione

C.T.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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