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De Sanctis, Hamsik, Insigne e Maggio lanciano la sfida in vista della Champions

Quanta ambizione nei giocatori per la competizione internazionale

E’ qui la festa? No, è ovunque. E sì, perché da quando gli azzurri sono planati sulla Champions così, di getto, sorvolando i preliminari, focolai di feste si sono accesi dappertutto. Ogni scusa è buona per ricordare a tutti che, se gli azzurri non sono riusciti ad agganciare Madama e se, peraltro, sono usciti fuori da quella Coppa Italia già vinta l’anno scorso, stavolta invece si ritorna nel favoloso mondo-Champions. Ricordate? (certo, perché poi di tempo non ne è mica passato tanto…) Quello degli stadi stracolmi, quello dei tour continentali nei templi del calcio, quello delle “trance” (anche non agonistiche), degli occhi umidi quando partiva il famoso motivetto che a tutti piace tanto e che, ormai tutti, sanno come fa. Insomma, l’occasione fa il tifoso azzurro festaiolo.

REPETITA – E ogni occasione è sempre quella buona per ribadire pensieri e concetti che trasudano attaccamento ai colori, alla gente, alla città. Quattro moschettieri azzurri, fra i più devoti alla causa (De Sanctis, Hamsik, Insigne e Maggio) hanno continuato a gioire e mischiarsi ai tifosi in quel di Carinaro, settemila anime a venti chilometri da Caserta. La congiuntura è stata quella del primo anniversario del centro commerciale Sigma. S’è festeggiato ancora l’altro ieri, s’è ripercorso e anche girato il tutto a frizzi e lazzi. Così come doveva essere, con la presentatrice-giornalista Jolanda De Rienzo e poi la premiata ditta Adriana & Raoul di Radio Ibiza a fare gli onori di casa. «A Napoli mi trovo benissimo» ancora una volta da Marekiaro, se qualcuno se lo fosse perso precedentemente, e poi «la piazza napoletana è tutta da vivere, grazie ai tifosi per il sostegno» by Pirata Morgan. «Non vedo l’ora di disputare la Champions al San Paolo e di sentire quell’urlo così forte da far tremare le gambe a Yaya Tourè» il pensiero di Lorenzo; e quindi Frecciazzurra Maggio: «Abbiamo fatto numeri incredibili, peccato che non sia bastato per vincere lo scudetto. Ma ce l’abbiamo messa tutta».
ASCOLTACI MATADOR – Non poteva di certo mancare l’appello al Matador. Tutti in ginocchio (tranne i calciatori) e Peppe Iodice, alias Birillo, mattatore della kermesse, a leggere la preghiera. “Ascoltaci Matador” ecco il refrain perfetto per aprire e chiudere strofe di frizzante simpatia mista ad accorata invocazione. Della serie: nun ce lassà e “come dice il presidente, fai felice tanta gente”. Altro ancora, sempre in rima faceta, a ripercorrere brani di vita, momenti della carriera di un goleador che, stando alla scherzosa preghiera, avrebbe tanti motivi e “stimoli” per restare. Ma, sempre su tutti, quello di essere ormai un idolo consacrato.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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