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De Sanctis, Hamsik e Insigne. Un asse d’acciaio

Anche Behrami ha giocato quasi tutte le partite in questo inizio di stagione

Osservando solo le presenze in campionato, resta Morgan De Sanctis, il veterano in tutti i sensi. Il portiere del Napoli è andato sempre in campo, non ha saltato un gara di campionato. E come lui, soltanto Marek Hamsik e Lorenzo Insigne. Ma l’estremo difensore è rimasto in campo più tempo dello slovacco e del napoletano. A ruota seguono Maggio, Cannavaro, Gamberini, Cavani, Behrami, Inler e via via tutti gli altri.
Ma calcolando anche le presenze in Europa League (5), la palma dello stakanovista per eccellenza spetta ad Edinson Cavani che ha accumulato un minutaggio da brividi: 1.664. E se si guarda la resa, è sicuramente da top player: un gol ogni ottantrè minuti tra campionato e coppa europea. Senza contare le reti segnate in Supercoppa Italia e Coppa Italia. Una macchina da gol senza eguali ed una resistenza allo sforzo da superman.

GLI ONNIPRESENTI – Dalla tabella si evince che Mazzarri difficilmente ha rinunciato a quello che rappresenta il telaio del Napoli: il portiere De Sanctis, i difensori Cannavaro e Gamberini, quest’ultimo vera rivelazione in quanto a rendimento, i centrocampisti Maggio, Inler e Behrami, il regista offensivo Hamsik e gli attaccante Cavani e Insigne. Nove undicesimi a cui è stato chiesto lo sforzo maggiore da parte dell’allenatore. Nove calciatori quasi sempre impegnati per conservare la fisionomia della squadra. Ed era inevitabile che qualcuno di questi accusasse la fatica con il tempo. E’ il caso di Maggio che nell’ultimo mese ha evidenziato uno scadimento di forma evidente. Oppure lo stesso Inler, non sempre brillante nelle sue performance.

Anche Behrami ha offerto il suo contributo importante saltando solo due gare di campionato ed attestandosi tra coloro che hanno superato i mille minuti giocati.
Ma se da una parte resta encomiabile la resistenza dei nove irriducibili, dall’altra viene evidenziato lo scarso apporto dei cosiddetti ricambi. Un organico allestito per poter reggere due competizioni ma che alla lunga ha dimostrato che la differenza tra titolari e riserve era abbastanza chiara. Non sempre Mazzarri è riuscito a far riposare il nucleo storico del gruppo. E quando ha provato a farlo, i risultati non sono stati altrettanto tangibili. Anzi, per passare il girone di Europa League, il tecnico ha dovuto far ricorso ancora ai «titolarissimi» ed in particolare a Cavani ed allo stesso Hamsik.
Dopo De Sanctis, che anche lo scorso campionato era risultato tra i sempre presenti, c’è quindi lo slovacco. In campionato Hamsik non solo è dovuto scendere sempre in campo quanto si è dovuto adattare a più soluzioni tattiche. Ecco perché Mazzarri non smette di elogiarlo. Per lui, Hamsik rappresenta il prototipo del calciatore a cui tutti dovrebbero ispirarsi: sempre pronto ad allenarsi, mai una parola di troppo, attento e disciplinato nel mettere in pratica i suggerimenti dell’allenatore.

LA SORPRESA – Sicuramente la sorpresa più gradita sono state le diciotto presenze accumulate da Lorenzo Insigne. Il minutaggio ovviamente resta inferiore a quello di altri compagni ma l’essere andato sempre in campo al primo campionato di A rimane sicuramente un bel traguardo. Insigne è stato prezioso soprattutto quando si è fermato Pandev per infortunio. Importante quando si trattava di cambiare volto alla partita. E di questo passo, il tamburino di Frattamaggiore non può che crescere ancora e diventare un calciatore indispensabile per il Napoli.
LE DELUSIONI – Sicuramente sono state quelle di Vargas che è stato impiegato nove volte ma sempre a spezzoni e senza mai incidere; di Dossena che ha messo insieme solo sette apparizioni in campionato mentre in Europa League neanche ha brillato; di Donadel che solo tre volte è stato lanciato nella mischia; e di Fernandez che in una partita ha rimpiazzato Cannavaro (in casa con l’Udinese) e poi sempre panchina ma impiegato in Europa League dove neanche lì si è rivelato all’altezza del compito. Insomma i numeri dicono che il Napoli senza i fedelissimi non sarebbe arrivato lontano e che i ricambi, tranne Gamberini, Behrami ed in parte Mesto, non hanno offerto granché alla causa. Insigne fa discorso a sé avendo scalato le gerarchie già in precampionato e richiesto in prima squadra a furor di popolo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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