Con i tifosi dell’Udinese ha un rapporto di amicizia. Quindici mesi fa, quando rimise piede allo stadio Friuli, li ringraziò per l’affetto che aveva ricevuto dal 1999 al 2007, quando aveva difeso la porta bianconera, con un messaggio: «Non dimentico».
De Sanctis ha stabilito lo stesso feeling con i napoletani e non a caso, quando i compagni indossano un’altra divisa in trasferta, veste il completo azzurro. Perché sente la maglia del Napoli una seconda pelle. «Qui sta benissimo e resterà sicuramente fino al 2013, anno di scadenza del contratto», ha garantito Federico Pastorello, il suo procuratore. De Sanctis è uno dei leader della squadra, come tutti i grandi portieri che hanno giocato nel Napoli, dai mitici Zoff e Castellini a Garella e Giuliani, i due numeri uno che vinsero lo scudetto. Lui non ha sulle spalle il numero del ruolo (porta il 26), lo ha lasciato a Iezzo quando è arrivato a Napoli, in segno di rispetto verso il collega stabiese che nel 2005 aveva lasciato Cagliari (e la serie A) per accettare l’offerta di Marino, lo stesso dirigente che ha portato De Sanctis a Napoli, anche superando difficoltà contrattuali. Il presidente De Laurentiis, infatti, bloccò l’accordo per alcuni giorni, dal momento che il giocatore – in forza al Siviglia – aveva un contratto pubblicitario con una ditta veneta che gli forniva i guantoni. La questione legata alla cessione dei diritti di immagine venne superata grazie alla voglia di Morgan di tornare in Italia dopo le esperienze, non felicissime, vissute in Spagna e in Turchia. «Era stato un consiglio del ct Lippi, perché disse a tutti i nazionali che vivevano all’estero che avrebbe potuto seguirci meglio se fossimo rientrati». Finiti i Mondiali, De Sanctis è uscito dal giro della Nazionale. Ma non ha rimpianti. Il ct Prandelli lo aveva avvertito e poi le soddisfazioni che sta vivendo con il Napoli sono grandissime. De Sanctis ha provato, quand’era giovanissimo, la gioia dello scudetto (con la Juve) e delle partite in Champions League (con l’Udinese), ma adesso è tutto diverso. «Stiamo vivendo un sogno, giorno dopo giorno, con il sostegno dei nostri tifosi. Le emozioni che hanno saputo trasmetterci otto giorni fa a Bologna sono state grandissime: la gente ci dà una carica incredibile al San Paolo come in trasferta. Possiamo centrare un grande obiettivo, dipende tutto da noi», è il messaggio di De Sanctis. La sua porta è stata violata al San Paolo (tre reti dalla Lazio nell’ultimo turno casalingo), però questo conta poco. «Perché gli interessi del Napoli vengono prima di tutto. Io penso solo a vincere le partite». E quella contro l’Udinese, che affronta a un mese e mezzo dalla sentenza del Tas di Losanna (il Siviglia e il giocatore condannati 2,2 milioni di euro al club friulano per lo svincolo nel 2007), è particolare perché sara la numero 450 nella carriera del ragazzo di Guardiagrele, un paesino dell’Abruzzo da dove è partito a caccia di gloria. A 34 anni, la sta trovando a Napoli, grazie a Mazzarri («Con Morgan c’è un continuo confronto e i suoi pareri sono importanti», ha spiegato l’allenatore) e a un gruppo di compagni che si esalta non soltanto con i gol di Cavani, ma anche con le parate di De Sanctis. «Non dobbiamo distrarci contro un avversario che ha perso due partite di fila. Abbiamo la serenità di chi non ha mai lottato per certi obiettivi e questo è un punto a favore. Non avrei mai immaginato di vivere due stagioni così a Napoli».
La Redazione
C.T.
Fonte: Il Mattino
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