La Juventus si sente improvvisamente accerchiata. Lo show di Conte ricorda la furia di Mourinho e il gesto delle manette contro Tagliavento (lo Speciale One in quell’occasione prese tre giornate di squalifica). Le teatralità delle accuse bianconere a Guida, l’arbitro di Torre Annunziata, quelle parole senza senso sulle origini napoletane del direttore arbitrale scatenano l’ira di Stefano Braschi, ieri a Parma per assistere alla gara degli azzurri e alla prova di Rocchi. Il designatore glissa le domande, abbozza un finto sorriso e poi chiede di lasciar perdere. «Oggi non è aria, sono nero. Io di quello che è successo ed è stato detto a Torino non voglio dire nulla». Già, chiuso nel suo giubbotto azzurro, col telefonino che squilla in continuazione, Braschi però si confida ad alta voce con qualche amico nella tribuna vip del Tardini. Negando la ricostruzione fatta da Conte dell’incontro con Guida e la sua presunta frase «non me la sono sentita di dare il rigore». Il livore è evidente. L’unica cosa che Braschi si lascia sfuggire è che con la Juventus si farà sentire. Un modo per lasciar intendere che né nei modi né nei rituali il comportamento del club gli è piaciuto e che è ampiamente traboccato il vaso della compiacenza verso certi atteggiamenti contro gli arbitri. Ma le polemiche sono dure da spegnere: ieri sera, durante il galà dell’Aic, il presidente dell’Aia Nicchi ha spiegato: «Gli arbitri parleranno quando altri staranno zitti». Conte non fa una piega, incassa anche qualche fischio al momento della sua premiazione e prova a stemperare: «Gli arbitri sono una squadra come noi, lavorano sulla pressione, può capitare che si sbagli ma l’importante è che si faccia con la massima serietà»
Il Napoli si tiene alla larga dalla furia della Juve. La società si tiene lontana dai commenti. Ma chi disattende agli ordini di scuderia è Morgan De Sanctis. Il portiere numero due del club Italia, a Conte e a quelli della Juventus non le manda a dire: «Una vergogna non dare il rigore? L’unica cosa veramente vergognosa accaduta a Torino è quello che è successo dopo la partita. Pensavo che una grandissima squadra come la Juve la pressione la sapesse gestire bene, invece devo ricredermi. Che il campionato, a metà della stagione, si avvii verso questi binari è pericoloso. Qualcuno deve farsi l’esame di coscienza, capire che ha sbagliato. Mi aspetto l’intervento delle istituzioni, non possono tacere dopo quello che è successo. Dopo Pechino tutti quanti noi abbiamo deciso di rivedere certi atteggiamenti. Non ho condiviso la scelta di non andare sul podio, e non l’ho negato. C’è un’antipatia sportiva tra Napoli e Juventus, ma ora è il momento di abbassare i toni. Chiellini non era nemmeno sulla lista, quindi in campo non doveva esserci. Anche io mi faccio prendere dalla verve del gioco. Ma quando si fischia la fine vedere quel tipo di spettacolo non è edificante. C’è stata una reazione spropositata».
E questo mentre Andrea Agnelli difende Conte e Marotta: «Quelli espressi sono ragionamenti legittimi, abbiamo partite importanti, i protagonisti le vivono con la giusta dose di emotività e agonismo. È difficile chiedergli di comportarsi da lord inglesi a fine gara, specie quando un episodio eclatante avviene allo scadere». Intanto, a Torre Annunziata numerosi gli attestati di solidarietà all’arbitro Guida. Centinaia i messaggi su Facebook per l’ultimo rampollo della «Santucci», la locale sezione arbitri che ha 80 anni di vita.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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