Il Pirata e Superman. Morgan De Sanctis e Gigi Buffon. Stessa generazione di portieri ma storie assai diverse. Ad unirli, però, è una solida amicizia. Antica. Robusta. Persino a prova e di rivalità. Insomma, non provate a metterli uno contro l’altro: sarebbe tempo perso. «Morgan? S’è sempre comportato in modo eccezionale. Viene da stagioni importanti e tutto quel che ha avuto, Nazionale compresa, se l’è meritato» : questo pensa Buffon del portiere azzurro, che volle vicino anche nel giorno del suo matrimonio.
«Gigi? Lui è il numero uno. Siamo amici e per me questo è un grande orgoglio. Lo ammiro veramente tanto» : racconta invece il signor Pirata del suo collega bianconero. Questo pensa e questo dice lui che alla Juve c’è stato – e ha vinto anche uno scudetto pur senza mettere mai piede in campo – quando ancora Buffon studiava da campione a Parma. Amici, dunque, ma, di tanto in tanto, inevitabilmente anche l’uno contro l’altro per ragioni di mestiere. Non tanto in Nazionale, dove le gerarchie sono chiare e scritte, quanto in campionato. E infatti, domenica a Torino, abbracci e baci, ma poi la legittima speranza di andare a consolare l’altro a fine gara. Perché così come Buffon spera nei tre punti per lasciare aperto il sentiero che porta allo scudetto, anche De Sanctis sa bene che il terzo posto Champions non può prescindere da un buon risultato sul nuovo prato torinese.
AUGURI – Tant’è che ai successi del Napoli, a cominciare magari proprio da quello sulla Juve, hanno brindato ieri sera gli azzurri, convocati al gran completo da De Sanctis in un ristorante della collina di Posillipo che guarda verso il mare, per festeggiare il compleanno. Trentacinque primavere ben portate anche da portiere. Trentacinque anni compiuti lunedì scorso, in verità. Ma qual giorno la libera uscita concessa da Mazzarri, ma soprattutto l’amarezza per il pari col Catania era ancora troppo forte per far festa e per guardare avanti lasciandosi alle spalle due punti e mille rimorsi. Tre giorni dopo, invece, è tutt’altra cosa. Il Napoli s’è rimesso in piedi. Senatori in prima fila e tutti gli altri dietro. Perché questi sono i momenti in cui conta anche l’età, l’esperienza, la carriera. E quella di De Sanctis è lunga quanto quella di Buffon. Però diversa.
CARRIERA – Perché mentre al portierone bianconero bastò passare dal Parma alla Juventus per fare collezione di titoli e trofei – e che titoli e trofei! -, di sicuro più tribolato è stato il percorso di De Sanctis per ritrovare la fiducia ed il sorriso. Lui, infatti, per due anni ha fatto anche l’emigrante del pallone: Spagna e poi Turchia (vincendo però pure qualcosa) prima d’infilarsi in quella maglia azzurra che s’è felicemente azzeccato addosso ormai da tre stagioni. Se si vuole, insomma, vita (professionale, si capisce) meno complicata quella di Buffon. Tranne quando quell’accidente alla schiena non gli fece addirittura temere di non tornare più quello di prima. Pessimismo sconfitto, invece, per la felicità anche di De Sanctis, che dopo aver gironzolato per l’Europa a Napoli ha ritrovato la serenità che forse gli mancava. E questo, probabilmente, l’ha aiutato anche a migliorarsi. Tant’è che spesso nel campionato scorso ma anche in questo, più di qualcuno, per la sicurezza e per la continuità di rendimento, l’ha addirittura preferito al portiere bianconero. Storie recenti di rivalità che però il Pirata e Superman neppure vogliono sentire. Questione d’amicizia, questo è ovvio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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