Tre giornate. Non sono una carezza ma neppure quella di De Rossi a Icardi lo era. Era un pugno e basta. Secondo il giudice sportivo Gianfranco Tosel in questo modo il centrocampista della Roma e la società sportiva civile andranno alla pari. Delitto e castigo. Il rimorso di De Rossi conta poco e arriva comunque sempre troppo tardi, dopo il peccato.
DISCUSSIONI – Tre giornate è la stessa dose di repressione somministrata a Juan Jesus per il colpo assestato a Romagnoli con palla lontana, sempre in Roma-Inter di sabato scorso, e a Domenico Berardi per la gomitata a Molinaro in Sassuolo-Parma. Berardi ci ha rimesso la chiamata in Under 21 e De Rossi quella per la Nazionale maggiore che domani giocherà un’amichevole La società punta all’assoluzione La linea difensiva: le immagini Tv non danno certezzecon la Spagna a Madrid. Ognuno ha il suo
punto di osservazione. Il ct Cesare Prandelli ha visto, giudicato e deciso con un giorno di anticipo rispetto alla sentenza di non tollerare atteggiamenti del genere, né in quanto educatore né in quanto tecnico che rischia di ritrovarsi con la squadra in dieci quando più conterà. L’allenatore della Roma, Rudi Garcia, ritiene che l’esclusione preventiva dalla Nazionale possa aver influenzato il verdetto.
Discussioni filosofiche. De Rossi ha preso tre giornate e, diciamolo pure, la sanzione è adeguata al suo gesto irrazionale. Ciò non toglie che la Roma la consideri eccessiva. Com’è nei suoi diritti, ha preannunciato ricorso. Più che eccessiva, la considera ingiusta. Dato che De Rossi non è stato espulso e dunque non è soggetto a squalifica automatica di almeno una giornata, il ricorso della Roma punterà alla cancellazione nuda e cruda della sospensione. Sulla base di tre osservazioni. Prima di tutto, la società giallorossa argomenterà che il comportamento di De Rossi non è violento come richiede la procedura di applicazione della prova televisiva (e come al contrario ha ritenuto il giudice: «Il gesto compiuto dal De Rossi integra inequivocabilmente per l’evidente volontarietà, l’energia impressa e la delicatezza della zona del corpo colpita gli estremi della “condotta violenta”» ). Andrebbe invece considerato compatibile con la situazione di gioco, il posizionamento degli uomini in area di rigore nell’attesa immediata di un calcio piazzato. In secondo luogo, la prospettiva delle immagini utilizzate come prove televisive non consentirebbero una corretta valutazione dell’intensità del colpo (considerando anche che Icardi non cade).
In terzo luogo, proprio perché avvenuto nell’area di rigore della Roma al momento dell’esecuzione di un tiro da fermo, l’episodio sarebbe stato perfettamente valutabile da parte degli ufficiali di gara. Conseguenza naturale di queste tesi è che De Rossi non verrà multato dalla società, come prevederebbe invece il codice di condotta interno.
TOLLERANZA ZERO – Partito il preavviso di ricorso, e sistemate le carte in un paio di giorni, la discussione davanti alla corte federale dovrebbe esserci giovedì o venerdì. Teoricamente in tempo per consentire a De Rossi di giocare domenica prossima. In pratica, la linea difensiva della Roma si scontrerà con la tolleranza zero che la giustizia sportiva intende applicare, e non a torto, in queste situazioni.
Al netto di sconti De Rossi salterà quindi la gara, fondamentale nella corsa alla Champions League, di domenica sera tra Napoli e Roma; lunedì 17 marzo il posticipo delle ore 21 tra i giallorossi e l’Udinese, piazzato in un giorno strano perché il sabato all’Olimpico c’è l’incontro di rugby Italia-Inghilterra; infine Chievo-Roma di sabato 22, ancora alle 20.45. Rientrerà per il turno infrasettimanale di martedì 25 in Roma-Torino. E terrà i pugni in tasca, c’è da sperare.
Fonte: Corriere dello Sport
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