Alfonso De Nicola, ex medico sociale del Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo
“Il virus possiamo prenderlo in qualsiasi momento della giornata e per qualsiasi cosa facciamo, può essere ovunque. Purtroppo non sono ancora stati capaci di capire questo virus quando si disattiva e quando no, gli studi che stanno facendo è per capire i punti deboli di questo virus. Se uno non conosce bene il problema non può risolverlo, quindi va analizzato per bene in ogni suo piccolo particolare. Operai sì e giocatori no? Chi se la prende la responsabilità? Ogni atleta vale almeno 3-4 milioni di euro, se uno di loro si ammala con chi te la vai a prendere? Ogni medico vuole uscirne pulito, ma se vogliamo a rischio 0 non dobbiamo vivere mai più, come facciamo? Se tutti riprendono, deve riprendere anche il Napoli, ma ci sono vari aspetti che io non conosco legati ai contratti ed altre cose. Normalmente credo che bisogna riprendere, con tutte le precauzioni del caso, cose che altre società facevano già ed altre un po’ meno. Ma chi poteva mai immaginare si arrivasse ad una situazione del genere? Era inimmaginabile un disastro del genere.
Follia chiudere i battenti? No, perché le possibilità di contagio maggiori le si hanno all’interno e non all’esterno ed il calcio si gioca all’aperto. Non credo che il problema sia infettarsi durante una partita, ma gli alberghi, spogliatoi e sono tante le persone che lavorano. Test rapido? Mettiamo che ci sia un falso positivo o falso negativo, cosa fai? Se non vogliamo essere superficiali bisogna fermarsi ancora un po’ fin quando non si trova il vaccino oppure parlare di immunità per chi ha già contratto il virus, ma questo non possiamo ancora dirlo. Se Alfonso De Nicola fa un ragionamento per scaricarsi le responsabilità allora dice di non ricominciare, se vuole assumersi piccole responsabilità che possono diventare enormi, dice di ricominciare. Causa al club in caso di contagio? Secondo me si potrebbe andare a finire in questa direzione”.
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