Il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha pubblicato un messaggio su Facebook in merito alla ormai prossima ‘Fase 2’ che il nostro paese si appresta a vivere non risparmiando una stoccata al Governatore della Campania Vincenzo De Luca: “Mancano poche ore all’inizio della fase 2 nel contrasto al coronavirus. Dobbiamo, in primo luogo, rispettare distanza fisica ed indossare la mascherina. Non rendiamo vani gli sforzi fatti che sono stati determinanti nel contenimento del contagio.
Ho chiesto al Prefetto controlli rafforzati delle forze di polizia per evitare assembramenti, soprattutto nei parchi e presso le fermate del trasporto pubblico locale. Il caos istituzionale, dovuto al conflitto Stato-Regioni, unitamente alla frenesia di riprendere un po’ di vita, destano preoccupazione per quello che accadrà la settimana prossima.
Di fronte all’annunciato esodo di persone verso sud, avevo chiesto ai Presidenti di Regione interessati, tanto a monte quanto a valle, di effettuare tamponi nei confronti di tutti quelli che arriveranno da domani nella nostra città, con qualsiasi mezzo, per raggiungere domicilio o residenza. L’ho chiesto per tutelare la salute dei viaggiatori, dei loro cari e dei nostri concittadini.
Dobbiamo impedire la ripresa del contagio, scongiurare quello che accadde l’8 marzo, quando tantissima gente venne al sud senza controlli. Di fronte alla nostra richiesta fatta a tutela della salute dei nostri concittadini, il Presidente della Regione Campania ha previsto la rilevazione delle temperatura e test rapido solo per chi ha la febbre oltre 37,5°, in aggiunta all’ennesima quarantena. Dopo due mesi di pandemia, con tutti i milioni di euro che hanno speso, avremmo auspicato tamponi per tutti i viaggiatori, al fine di impedire un aumento dei contagi. Al contrario, in questo modo, non saranno individuati gli asintomatici, quelli con pochi sintomi, quelli clinicamente guariti ma ancora positivi, in poche parole, i più pericolosi.
Tutti questi rischieranno di infettare i familiari che, uscendo di casa, potrebbero diffondere il contagio. Da chi aveva evocato la chiusura dei confini, mi sarei aspettato finalmente un’ordinanza condivisibile: tamponi per tutte le persone che giungono a Napoli. Ed invece no. Ancora, anzi, un profluvio di ordinanze che sinora hanno anche aumentato il rischio di diffusione del contagio. Schizofrenia istituzionale: prima no cibo a domicilio, poi sì ma solo alcuni orari, poi solo alcune categorie, poi no asporto, poi sì asporto. Runners sì con mascherina, poi no perchè non possono correre senza mascherina, poi sì, ma solo per due ore. Camminare solo vicino casa e solo in alcuni orari, poi invece non più solo vicino casa e senza orari. Mercati prima forse, poi no. Ordinanze che si contraddicono fatte dalla stessa persona a distanza di poche ore le une dalle altre.
Finalmente qualcuno, dopo settimane di assenza di buon senso, avrà spiegato al battitore di ordinanze che se si mettono orari stretti e si restringono i luoghi, si creano più assembramenti. Finora, grazie soprattutto alla condotta dei napoletani, rispettosi della quarantena, e del personale sanitario a cui va immensa gratitudine, si è contenuto il contagio, nonostante non ci abbiano tempestivamente fornito di mascherine e dispositivi di sicurezza, nonostante il numero esiguo di tamponi (ultimi in Italia)e nonostante lo smantellamento dei presidi di salute pubblica che espongono a rischio la vita di migliaia di persone.
In tali ultimi settori ci volevano le ordinanze. E invece no. Decine e decine di ordinanze, diverse illogiche e prive di buon senso, talune in violazione di legge e di Costituzione, alcune agevolatrici del contagio, non poche inutilmente vessatorie verso i cittadini. Non si può più continuare così, consentire di affidare il destino delle nostre vite a chi pensa di usare le persone come se avesse un joystick della playstation, come un mangiafuoco che si esprime, non di rado, con volgarità e sprezzo delle persone, da ultimo anche con sessismo.
Il nostro popolo merita rispetto perchè sta soffrendo, sta “buttando il sangue”, teme per il proprio futuro dal punto di vista sanitario, sociale ed economico, ha rinunciato provvisoriamente a decine di diritti costituzionali per tutelare la salute di tutti, e non certo perchè minacciato da un lanciafiamme, ma per cultura individuale, popolare e per senso di responsabilità”.
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