Sessant’anni (circa) e sentirli addosso, sentirli dentro, tra le pieghe, che poi sarebbero le crepe: sessant’anni di San Paolo e avvertirli a occhi nudo, in quell’ammasso di cemento che ormai è inadeguato per l’Italia e per l’Estero, per il campionato e tanto più per la Champions. L’ultimo stadio eccolo qua, in un’ora che vale una vita intera racchiusa in quell’universo che ha raccolto le gesta calcistiche di generazioni intere e che ora, ahi lui, non ne può più. Hotel Vesuvio, il centro di una città che si è messa all’opera per trovare una soluzione a un problema ormai improcrastinabile: Luigi de Magistris e Aurelio De Laurentiis hanno le idee chiare e però c’è la burocrazia da affrontare. Ma ora c’è un Sindaco che ha deciso di scendere in campo e di tentare l’assolo, rimuovendo qualsiasi difficoltà. «Entro la fine del mio mandato, avremo un nuovo impianto oppure verrà ristrutturato quello esistente» .
Benvenuti al San Paolo s’usa dire, il teatro dei sogni e della memoria, però anche un gigante con i piedi di argilla, perché vento e acqua la fanno da padroni. Ma il futuro è carta bollata, adempimenti non semplicissimi e pure un pieno di volontà manifestata da de Magistris a De Laurentiis affinché si scelga tra le ipotesi: la prima, restaurare quel «museo» nel quale c’è la storia calcistica dell’ultimo mezzo secolo; la seconda, investire a Napoli Est; la terza, individuare un’area a Napoli Nord. La voglia matta, unica e imprescindibile, è fare in fretta, è farcela «entro la fine del mandato» di Luigi de Magistris. Quattro anni: nulla rispetto ai sessant’anni che pesano, eccome!
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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