Il primo cittadino di Napoli: “Diventare sindaco di questa città è stata un’impresa storica e rivoluzionaria”.
Luigi De Magistris sta tutto in questa frase. Un napoletano tra i napoletani. Quello che il giorno in cui vince il ballottaggio, con percentuali bulgare su Lettieri diventando da outsider assoluto sindaco di Napoli, sale sul palco e dice “Abbiamo scassato”.
Perché lui è uno di loro, uno del popolo. Come questo Napoli che fa sognare una città intera, in campionato e in Europa.
“Se Dio vorrà” domenica sera, come sempre, De Magistris sarà al San Paolo accanto al presidente Aurelio De Laurentis, per quella partita che, negli anni in cui il ventenne ora sindaco di Napoli era abbonato in Curva B, valeva “quella cosa lì” che anche lui come Mazzarri fa fatica a nominare. Ma si chiama scudetto”.
Sindaco De Magistris, che Napoli si aspetta contro la Juve dopo il 3-2 di Monaco?
“Ho visto un grande Napoli. Un Napoli combattivo fino all’ultimo. Una squadra che non molla mai. Sono sicuro che contro la Juve darà il massimo”.
Che cosa ha provato vedendo le immagini di Monaco invasa d’azzurro?
“Grande emozione, ma soprattutto un orgoglio immenso. Il pubblico napoletano è tra i più festosi. Vedere Monaco invasa d’azzurro è stato meraviglioso, anche a livello d’immagine. Non ci dimentichiamo che loro rappresentavano la nostra città e l’hanno fatto come meglio non avrebbero potuto”.
Da ragazzino andava allo stadio, curva o tribuna?
“Andavo allo stadio raramente, diciamo che l’ho frequentato con maggiore assiduità negli anni di Maradona. Dalla stagione 84/85 fino al termine degli anni ’80 ho avuto l’abbonamento in curva B. Poi, per questioni varie, soprattutto lavoro, ci sono andato un po’ meno. La carriera in magistratura mi ha spinto lontano dalla mia Napoli. Ora invece non posso mancare al San Paolo. Sono il primo cittadino e come tale devo essere il primo a spingere i ragazzi di Mazzarri verso traguardi sempre più importanti”.
Mazzarri, De Laurentiis, De Magistris: una cosa che li accomuna e una che li divide.
“Lo spirito di gruppo ci accomuna. La consapevolezza di poter e voler raggiungere grandi obiettivi senza avere a disposizione patrimoni sconfinati. A ciò aggiungerei anche l’amore per questa città. Anche se non conosco Mazzarri di persona, di differenze non ne vedo sinceramente. Se non quelle d’età, lavoro o provenienza geografica. Di sicuro io sono il più terrone di tutti…”.
Chi è il De Magistris del Napoli?
“Guardi, le direi la squadra. Il gruppo è la grande forza di questi ragazzi, quello che fa la differenza. Pur essendoci ottimi giocatori, questo non è il Napoli di un solo giocatore, stile Maradona per intenderci. E’ il Napoli del gruppo. L’unione è la loro forza. Hanno tutti questa straordinaria voglia di crederci che si sta dimostrando fondamentale per i successi di questa squadra”.
Domenica sarà accanto a De Laurentiis come sempre?
“Se Dio vuole, sarò di sicuro accanto a lui”.
Napoli-Juve è anche una sfida tra sindaci, spera di dare un dispiacere al bianconero Fassino?
“Certamente. Mi spiace per l’amico Fassino, ma il Napoli deve vincere per continuare a crescere e diventare sempre più grande”.
Come finisce Napoli-Juve?
“Non faccio pronostici”.
Allora dove può arrivare questo Napoli, se la sente di pronunciare quella parola lì?
“Siamo solo a novembre, mancano ancora tantissime partite. Di sicuro questo Napoli ci darà grandi soddisfazioni. Ha grande cuore, un allenatore preparato, e un pubblico fantastico. Ha tutte le carte in regola per fare benissimo”.
Ultima domanda. Più facile per De Magistris diventare sindaco o per il Napoli vincere lo scudetto?
(Sorride, nda) “Diventare sindaco di questa città è stata un’impresa storica e rivoluzionaria. Credo che vincere uno scudetto sia meno complicato. Quindi se ce l’ho fatta io… direi che posso essere di buon auspicio per il Napoli”. E se lo dice De Magistris…
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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