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De Magistris: «Caro Aurelio, anche il calcio non funziona»

De Magistris: "Se qui funzionasse solo il calcio avremmo vinto lo scudetto ogni anno"

La risposta del Sindaco di Napoli:

«Se a Napoli funzionasse davvero solo il calcio, allora dovremmo vincere ogni anno lo scudetto. E non è così». Firmato Luigi de Magistris. Si sentono spesso al telefono il sindaco e il patron del Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis e guardano la partita insieme allo stadio. I rapporti – chiamiamoli così – sono cordialmente istituzionali, ma le ultime scaramucce sul futuro dell’impianto di Fuorigrotta hanno riacceso antiche e nuove polemiche. Di qui la piccata replica del primo cittadino al patron. De Magistris ha scelto la trasmissione di Radio Kiss Kiss Napoli nella quale è protagonista ogni venerdì insieme al conduttore Valter De Maggio per far sentire la sua voce e rimettere nell’alveo della normalità istituzionale la convivenza. Cordiali, legittimamente di collaborazione e sinergici, ma la situazione è chiara: il rapporto è fra proprietario e inquilino. Dove il primo è il sindaco e il secondo il produttore cinematografico. Bisogna andare d’accordo ma nell’abito dei rispettivi ruoli dove ognuno ha diritti e doveri. A ciascuno il suo: il privato difende giustamente i suoi interessi, il pubblico tutela legittimamente i suoi. A ratificare il tutto una convenzione firmata da tutte le parti che politicamente crea problemi da sempre al sindaco in quanto i consiglieri comunali, tutti, la ritengono troppo sbilanciata a favore della società. E negli ultimi giorni l’allarme sui lavori al San Paolo che sarebbero in ritardo tanto da mettere a rischio la stagione europea di Cavani e compagni – secondo sempre la società sportiva – hanno costituito motivo di ulteriore grande tensione.
Un paio di settimane fa il patron sbotta, lo fa al culmine della crisi sportiva degli azzurri con la pressione della piazza e dei tifosi alle stelle. Tanta attenzione sulla squadra De Laurentiis la spiegò così: «A Napoli il calcio è una delle poche cose che funziona, anzi l’unica, la gente vede la squadra come il mezzo per un riscatto sociale di qui l’enorme pressione». Ieri via etere la replica di de Magistris che coglie l’occasione per lanciare messaggi e puntualizzare come stanno le cose: «Una piccola premessa – dice il sindaco – la storia delle polemiche con il presidente non mi piace, abbiamo un buon rapporto, però escono cose sulla stampa, articoli in cui si dice che il Comune è in ritardo. Non mi piace. Noi potremmo dire quello che non fa la società. Diciamo che ci sono reciproci ritardi. Abbiamo approvato la determina e la delibera per i lavori non c’è nessun rischio o allarme per lo stadio. Abbiamo approvato la delibera il 15 febbraio e la determina oggi (ieri ndr)». Quindi l’affondo: «I lavori si possono fare, non c’è nessun rischio, da parte nostra quello che dobbiamo fare lo faremo, così come da parte mia farò di tutto per fare lo stadio di Napoli e mi auguro che la stessa determinazione e anche lo stesso spirito ci sia da parte della società. Perché Napoli merita un impegno economico anche da parte dei privati per la realizzazione dello stadio nella nostra città il San Paolo così come è non va». Ecco dunque sullo sfondo che emerge lo scenario dentro il quale c’è questo precipitare della crisi fra società e Comune, sindaco e patron. Il no di De Laurentiis al nuovo stadio a Ponticelli ha mandato in frantumi il sogno del nuovo impianto. Il patron vuole il San Paolo ma per averlo deve mettere mano al portafogli perché come da sempre detto dal sindaco «soldi per rifare l’impianto di Fuorigrotta non ce ne sono, le priorità sono altre». E ne servirebbero tanti di milioni, una ottantina per rifare la vetusta struttura di Fuorigrotta. La sensazione è che questa volta o si trova un accordo rapidamente oppure difficilmente i cocci possono essere ricomposti. E la convenzione il Comune non l’ha ancora rinnovata alla società, è in piedi una discussione ma nulla di scritto.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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