Cinquantatré giorni ad aspettare che accadesse: «Un miracolo. Il miracolo» . E rimanendo un filo dietro, per il rispetto che si deve a chi lotta tra la vita e la morte, ad una madre e ad un padre che soffrono e sperano e pregano. Cinquantatrè giorni dopo, quando Ciro s’è dovuto arrendere, Aurelio De Laurentiis è rimasto nella penombra ritagliatasi assieme al Napoli – che discretamente ha affiancato la famiglia Esposito per quel che poteva – ed ha sussurrato quel che un uomo, ancor prima che un presidente, porta in sé e per sé tiene finché può o forse deve. «Ciro era un nostro tifoso che voleva trascorrere una serata di gioia tifando per il Napoli. Questa tragedia deve far riflettere tutto il mondo del calcio e le istituzioni che collaborano con esso. Sono profondamente addolorato per Ciro, per la sua mamma, per la famiglia. Speravamo tutti in un miracolo e quanto è accaduto pone ancora una volta il problema della sicurezza nel calcio. Questo è uno sport, non un luogo di violenza. E non possiamo dimenticarci che noi siamo un Paese che non deve calpestare la propria dignità, non possiamo tornare all’Italia dei Comuni» .
IL SINDACO. Napoli è una ferita ovunque, è stravolta dentro e simbolicamente «chiusa» per lutto cittadino, con le bandiere di palazzo san Giacomo a mezz’asta: la Napoli di Luigi De Magistris è una città senza pace, ora, piegata su se stessa, pronta a costituirsi parte civile nel processo e dunque alla ricerca d’una verità invocata dal Sindaco: «Chiediamo al Governo di accertare le responsabilità, qualora esistenti, in merito all’ordine pubblico predisposto per quella terribile serata» . Cinquantatré giorni fa, il 3 maggio che ora torna, semmai fosse mai scomparso dalla testa di ognuno, è il simbolo d’un disfacimento: «E chi ha sbagliato paghi. Ora non è il momento delle analisi, ma del cordogli. Però quando si dovrà procedere, la Magistratura avrà bisogno dei suoi tempi: perché qui non ci si deve limitare ad accertare chi ha sparato, ma andrà riletta la vicenda nella sua complessità ed andare fino in fondo. Ci schieriamo al fianco della gente, come sempre, perché Napoli è stata toccata duramente sin dalle prime ore dopo gli incidenti. Con la morte di Ciro, è morta nei sentimenti l’intera città» .
Fonte: Corriere dello Sport
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