Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ha affermato nel corso della sua consueta diretta Facebook del venerdì,: “Abbiamo visto emergere nelle ultime ore una contraddizione che stiamo vivendo in Italia nella gestione del piano Covid. Siamo l’unico Paese nel quale la gestione del piano anti Covid non è affidata direttamente al Ministero della Salute, ma a una struttura esterna, il commissariato. Commissario che è stato prima un manager, Arcuri, e adesso è un generale dell’esercito, ma fondamentalmente si è scelto di avere una separazione della struttura dal ministero della Salute. Questo modello organizzativo è contraddittorio ed improduttivo perchè nella gestione della battaglia contro il Covid ci sono fondamentalmente due aspetti: quello organizzativo e logistico, la distribuzione dei vaccini, che non richiede premi Nobel per essere portata a conclusione e la parte medico-scientifica che deve garantire la certezza sanitaria sull’uso dei vaccini. In tutti i Paesi del mondo queste due funzioni fanno capo al Ministero della Salute tranne che in Italia. Questo modello sta rivelando in queste ore la propria contraddittorieta’ e inadeguatezza. Stiamo assistendo in queste ore ad una vicenda che è francamente sconcertante rispetto al vaccino AstraZeneca. Il Governo nazionale doveva fare due cose: garantire all’Italia la produzione autonoma di vaccini e garantire una informazione scientifica semplice, univoca e affidabile. Non ha fatto nè l’una nè l’altra cosa. In modo particolare, dal punto di vista della comunicazione ai cittadini, siamo di fronte ad un vero e proprio disastro. Oggi noi dovremmo porre un quesito: per quelli che sono sotto i 60 anni e che hanno fatto la prima dose di vaccino AstraZeneca che cosa dobbiamo fare? Questa domanda a chi la devo rivolgere, ad un generale dell’esercito o ad un medico, a uno scienziato che risponde sul piano medico-scientifico? Siamo in una situazione nella quale io, presidente di Regione, non so a chi fare la domanda, perchè questo che era il compito principale dello Stato italiano, non e’ stato rispettato. Aspettiamo il pronunciamento del Cts che non è competente per esprimersi sui vaccini. La competenza è dell’Aifa, agenzia italiana del farmaco. Quindi, dovrei sapere dall’Aifa che cosa dobbiamo fare con il vaccino AstraZeneca. Ci stanno dicendo, dopo averci detto nei mesi precedenti che si può somministrare senza problemi di età sotto i 60, sotto i 50, adesso torniamo a sopra i 60. Lo avevamo già deciso autonomamente, quindi noi somministreremo soltanto sopra i 60 anni, ma rimane un problema: i cittadini che hanno fatto la prima dose ed erano sotto i 60 anni per la seconda dose di richiamo, che devono fare? E noi Regioni che dobbiamo fare? A questa domanda la risposta dovrebbe darla il Ministero della Salute, specificamente l’Aifa. Siamo ad oggi in una situazione di totale confusione. Noi non somministreremo AstraZeneca sotto i 60 anni cercheremo di fare solo i richiami per chi ha fatto la prima dose, ma sopra i 60 anni, fascia d’età per la quale non c’è stato nessun problema sanitario e nessuna emergenza. Per il resto aspettiamo che il Governo, l’Aifa dica alle Regioni cosa dobbiamo somministrare a chi ha fatto la prima dose di AstraZeneca e deve fare il richiamo ed è sotto i 60 anni. Speriamo di avere nelle prossime ore risposte chiare. Ieri abbiamo raggiunto il massimo di vaccinazioni, ne abbiamo fatte 70mila, nella giornata di oggi superiamo i 4 milioni di vaccinati, di cui 1 milione e 200mila cittadini che hanno fatto la doppia dose e sono quindi immunizzati. Sulle vaccinazioni, rivolgo ancora una sollecitazione ai cittadini della città di Napoli, se vogliamo raggiungere l’obiettivo di somministrare la prima dose entro inizio luglio almeno al 70% della popolazione interessata ed avere quindi l’immunità di gregge. Mancano all’appello a Napoli 300mila cittadini nella fascia d’età superiore ai 12 anni, dobbiamo aumentare questi numeri, invito quindi i cittadini di Napoli soprattutto dalla fascia d’età dai 30 ai 59 anni a vaccinarsi, non basta avere uno o due familiari vaccinati. Abbiamo le varianti che corrono, è indispensabile per dare serenità alle nostre famiglie, compiere un atto di ulteriore responsabilità. Abbiamo la possibilità di fare della città di Napoli una città Covid free ma ci vuole la collaborazione di tutti. Presentare Napoli come città covid free sarebbe un risultato eccezionale, ma ci vuole la collaborazione di altre decine di migliaia di cittadini. Somministreremo vaccino Pfizer, Moderna e poi sopra i 60 anni la dose di richiamo per chi ha fatto AstraZeneca e attendiamo ulteriori chiarimenti da parte del Governo. Credo che dopo il 21 giugno saremo in zona bianca, non voglio commentare la zona bianca, gialla… lasciamo perdere, mi fa male il fegato”.
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