Innamorato della comunicazione cinguettante, il presidente del Napoli ha annunciato Duvan Zapata con un tweet pieno zeppo di felicità: «Abbiamo firmato con l’Estudiantes. È in viaggio per Napoli per fare le visite mediche». Il mondo di Aurelio De Laurentiis ha degli spalti virtuali affollati da più di 144mila followers che si sono praticamente scatenati. Tweet senza veleni e senza ombre, con tanti chiarimenti. Tutti intorno al tormentone: il mercato.
Si lascia andare subito. Bonariamente. «Meno male che si gioca col Bologna: non ce la faccio più con i giornali che ogni giorno ci fanno comprare 50 attaccante, 30 centrocampisti e 40 difensori». De Laurentiis prende atto però che ai suoi tifosi non è che interessi sapere tanto altro. Una raffica (selezionatissima) di domande che puntano tutte lì: «Mercato finito? Vediamo. Potrebbe mancare qualcosa ma è prematuro per dirlo. Un altro difensore e un altro regista? Abbiamo Albiol che può giocare sia in difesa che a centrocampo». Tradotto, dipende dalle occasioni. Certo non ci faremo prendere dalla fretta e non spenderemo giusto per spendere, lascia intendere. «Vogliamo soprattutto vendere gli esuberi. Non dimentichiamo che a gennaio il mercato riapre», spiega per dire che in fondo quel che resta nella cassaforte (almeno altri 40 milioni di euro) non deve essere gettato sul tavolo necessariamente nei prossimi giorni.
E allora, dal pianeta Napoli nessuno si scoraggia. Anzi. Un altro tweet è il momento clou di un thriller. «Astori? Cellino è stato un signore, avremmo trovato l’accordo. Poi Benitez mi ha spiegato che con la difesa a 4 preferisce avere destri piuttosto che mancini avendo noi già Britos». Detta così pare che l’assalto al Cagliari sia partito senza avere prima il via libera dell’allenatore che decide tutto. E allora? «E allora ci teniamo anche Fernandez: è un titolare della nazionale argentina ed è giusto che resti», esclama con un doppio, convintissimo, tweet. Mostra fastidio solo per Zuniga («Oggi è ancora un giocatore del Napoli») che è un modo per dire che il colombiano di rinnovare non vuole proprio saperne.
Tweet dopo twet, spiffero dopo spiffero, gli utenti riescono a farsi spiegare anche il caso Matri: «Il discorso è rimasto a semplice scambio di opinioni con Marotta tre settimane fa. I miei dubbi erano solo sulla sua età e non sulla sua capacità. Per questo ho puntato su Zapata». Voilà. Detta così, Matri è un discorso chiuso. È felice per lo stadio: «Il Comune finalmente ha deciso di alienare il San Paolo. Nelle prossime settimane con il sindaco studieremo come procedere». Non pronuncia la parola scudetto («Voglio raggiungere i traguardi massimi»), ammette di essere incantato da Benitez («Il mio miglior acquisto») e di avere «alte aspettative anche per la Champions». E infine svela: «Un anno e mezzo fa parlai di Bale e Lewandoski. Ma mica tutto ciò di cui si parla si può realizzare». Ammette: «La Juventus è molto, molto forte». Infine giura: non venderò mai a uno sceicco.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.C.
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