«La pizza fritta? La dovremmo far mangiare alla Juve»: il il presidente azzurro, Aurelio De Laurentiis, nella vigilia della grande sfida con i bianconeri, si concede un piatto tra i più tradizionali della città e non lesina battute, alla faccia della scaramanzia. Beccato alla «Masardona», tempio popolare della pizza fritta a via Giulio Cesare Capaccio, nelle Case Nuove, a poca distanza dalla stazione centrale, affollato come sempre di sabato mattina, ma ieri, in pratica assediato da ragazzi e tifosi che sono arrivati come attratti dal miele appena s’è sparsa la notizia del suo arrivo, beccato in compagnia di due amici, fa buon viso a improvviso (ma non cattivo) gioco. «Niente Napoli» esordisce. È stato più loquace, in serata, ai microfoni di radio Kiss Kiss: «Contro la Juventus è sempre un grande match. A volte abbiamo vinto, altre perso, ma sono sempre state sfide di grande fascino». E infila anche un dubbio, in forma si suggerimento: «Sono convinto che domani sarà un grandissimo spettacolo. Chiederò alla federazione di provare un mio esperimento sulla moviola in campo per vedere se sarà applicabile o limitabile a determinate situazioni. Orsato è uno dei migliori arbitri, non bisogna mettergli pressione ed arbitrerà in maniera impeccabile, ne sono certo».
Era la prima volta per il patron azzurro nella friggitoria cult. «Me ne avevano parlato Higuain e Albiol» confessa, seduto al tavolo accanto al padrone di casa, Enzo Piccirillo. E lei la consiglierebbe anche agli altri campioni del Napoli? «Certo, ma la possono mangiare solo nel giorno di riposo, perché se la mangiano prima di scendere in campo si mettono a volare per l’estasi e addio partita». Insomma, un premio partita supplementare. Ci può stare.
Alle sue spalle una cornice con una maglietta del Napoli e una foto del difensore centrale accanto al figlio del pizzaiolo. De Laurentiis la guarda, ma da lontano non distingue bene. «Ma chi è? Mio figlio?». No, è il mio, spiega Piccirillo. «Quello accanto, dico». Ma quello è Albiol. La pizza fritta, classica con cicoli e pepe, ha fatto il suo effetto. In una vetrinetta della piccola stanza con pochi tavoli tutti pieni s’intravede un volume con una foto di Sofia Loren e Giacomo Furia (pizzaioli a Materdei) in una scena dell’«Oro di Napoli», capolavoro di Vittorio De Sica prodotto dalla sua famiglia e tratto dai racconti di Giuseppe Marotta, lo scrittore napoletano non l’omonimo amministratore delegato della Juve. Non mischiamo la lana con la seta. «Un grande film» non esita De Laurentiis. Magari se ne può fare un remake, che ne dice? «Impossibile. È perfetto com’è».
Fonte: Il Mattino
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