Grintoso, appassionato, coinvolgente. Carico, con la ferma volontà di andare avanti col club e una speranza sempre viva: «Il mio sogno? Voglio giocare una finale di Champions League. E voglio vincerla. Cedere il Napoli? Non ci penso proprio, dovrete sopportarmi ancora a lungo». Aurelio De Laurentiis fissa la sveglia alle 6 del mattino – ora locale della costa occidentale degli Stati Uniti dove si trova da una settimana e dove resterà fino a martedì sera – per rispondere alla sua maniera al popolo dei tifosi azzurri che da due giorni «bombardano» il suo profilo Twitter.
I social, per il presidente azzurro, non sono luoghi per dichiarazioni esplosive. Tutt’al più sono posti dove comunicare e mandare qualche messaggio. Per esempio allo sponsor tecnico: «Da qualche mese stiamo studiando l’ipotesi di nuove collaborazioni». E poi al sindaco de Magistris. Giusto un promemoria per il primo cittadino di Napoli: «C’è un tavolo con il Comune per verificare la volontà da parte delle autorità di venderci il San Paolo: del resto la nuova legge sugli stadi costringere de Magistris ad alienare il San Paolo. Ma se si intestardisse a non percorrere questa strada obbligata dalla legge, andremo altrove». Dove ”altrove” è Caserta. «Non ci sarebbero disagi. Si arriva in venti minuti e non ci sono ingorghi cittadini». Chiaro, vero? Prendere o lasciare. Anche se poi spiega: «Io sindaco? No. Perché con questa legge i sindaci possono fare quasi nulla».
Domani c’è Roma-Napoli: «Farò un bel giro di telefonate ai miei giocatori per dare il mio in bocca a lupo alla mia maniera. Se giocano Albiol e Higuain? Vengono da piccoli infortuni. Speriamo, ma decide Rafa». Ritornerà nella notte di martedì prossimo, quando gli azzurri saranno in campo con il Marsiglia. Ma se pensa alla Francia il pensiero va ad altri: «Spero di incontrare Cavani, Lavezzi e il Psg più avanti in Champions», spiega il patron.
La vigilia è una lunga unica scaramanzia. «Chi tolgo ai giallorossi? Nessuno: sono sportivo, mi piacciono le sfide al completo. Per lo scudetto sono assolutamente temibili la Roma, l’Inter, la Fiorentina e naturalmente la Juventus». Bocciate Milan e Lazio, d’altronde lo dice anche la classifica.
Non si sbilancia – strano, ma è così – quando gli chiedono di scegliere tra Sofia Loren e Gina Lollobrigida «perché sono due grandi icone del cinema italiano», ma un po’ stupisce quando si iscrive alla lista dei milioni di fondamentalisti hobbitiani che venerano il defunto creatore della Terra di Mezzo, il barbuto con pipa professor John Ronald Reuel Tolkien. «Sì, quelli della mia generazione amano la trilogia del Signore degli anelli». Dopo aver giurato amicizia eterna a Christian De Sica, ritorna a parlare di calcio. «La sorpresa di questa serie A fino ad ora è il Verona». Fa un’analisi di qualche singolo: «Non ho mai avuto dubbi su Inler, mi piace la fiducia che Benitez sta dando a Duvan e Callejon è un valore aggiunto». Sceglie di parlare di Cannavaro. E sono parole di elogio: «È una persona garbata, educata e nel Napoli ha dimostrato di saper difendere bene i colori azzurri». Elogia Lorenzo Insigne: «Il primo gol dell’Italia nasce da una sua intelligenza… Quando Florenzi ha segnato ho visto tutti correre ad abbracciarlo. A quel punto anche io ho sperato che non uscisse dal campo». Sul mercato. «Non credo a gennaio prenderemo qualcuno, la rosa sta crescendo e Benitez sta valorizzando tutti. Poi non bisogna sempre seguire divi affermati anche se i nostri osservatori sono sempre in azione ma noi dobbiamo puntare sulla crescita dei giovani. Meditate: se non avessimo puntato su Insigne ora sarebbe in un’altra squadra». Non vede l’ora che arrivi la rivincita con l’Arsenal: «Una squadra tosta allenata da un allenatore che sta lì da molti anni». E in quella occasione sogna di avere un ospite d’eccezione: «Inviterò Papa Francesco al San Paolo, è il più grande comunicatore di sempre: mi piacerebbe averlo in squadra con me per lanciare il Napoli oltre qualsiasi frontiera».
Fonte: Il Mattino
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